venerdì, Aprile 19, 2024
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Una lettera al presidente della Regione, agli assessori, alla Comunità e ai sindaci dell’area

Wwf a Galan:la Affi-Paiuccide il Baldo

La Affi-Pai non c’è ancora. Ma è come se ci fosse: il dibattito sulla nuova arteria per il traffico nell’area del Garda Baldo è già al calor bianco. Ultimo atto, una lettera targata Wwf (World wildlife fund), al presidente della Regione, Giancarlo Galan. Inoltrata anche a Elio Mosele, al vertice della Provincia di Verona, all’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, a Cipriano Castellani, a capo della Comunità Montana del Baldo e ai sindaci di Affi, Costermano, Caprino, Torri, San Zeno di Montagna, Brenzone e Malcesine. Tutti i protagonisti, dunque, a vario titolo di quella che è già una «querelle». Dallo sviluppo e dal finale tuttora incerti.La firma in calce, con quella di Manuela Formenti, responsabile di zona dell’associazione, è di Averardo Amadio, a lungo presidente del Wwf del Veneto e attivo da decine di anni nello studio e nella pratica della tutela e promozione di natura, ambiente. E paesaggio: sulla scia e a continuazione dell’opera, afferma, «dell’esempio mite e del grande lavoro di Eugenio Turri». Un personaggio storico dell’ambientalismo più «genuino». E come tale con le idee ben chiare sull’ipotesi della Affi-Pai: «Dopo almeno un decennio di silenzio si torna a parlare della seconda gardesana, da Affi a Pai, ritenuta inaccettabile dal WWF, fin dalla prima proposta». Senza se né ma.«So del suo proposito», scrive a Galan, «di soprintendere di persona alla cura del paesaggio veneto e conosco sue dichiarazioni rilasciate alla stampa sull’argomento, di tale chiarezza da non lasciare dubbi. Ciò mi rassicura nell’esporle il pensiero del Wwf su questa ipotizzata nuova arteria. A quanto apprendo, in sintonia anche con i sindaci del Garda e il presidente della Comunità montana». Amadio invita anche il presidente della Regione: «Sul Garda, che lei certo conosce, ma anche sul Baldo, che forse non ha visitato». Una proposta politica di «spessore», per una presa di contatto diretta e senza intermediari con il territorio.Amadio dettaglia: «Il no alla nuova opera, contestata in passato ed ora decisamente respinta appena annunciata, nasce da molte ragioni. La struttura viaria per collegare Affi con Pai, dovunque sia tracciata, attraverserebbe a bassa quota il versante gardesano del Monte Baldo. Fascia che deve invece essere mantenuta integra e tutelata per le caratteristiche naturali sub-mediterranee che la caratterizzano», spiega. «Aggiungendo la presenza di numerose incisioni rupestri si realizza un quadro di grande valore naturalistico e preistorico, tale da sconsigliare su quest’area manomissioni come quelle proposte».Per realizzare un’infrastruttura di tipo autostradale, fa notare l’esponente del Wwf, è necessario costruire una serie imponente di opere: tratti di rettifilo, scavi a mezzacosta con formazione di scarpate o muri di sostegno a valle, ponti e viadotti, svincoli, raccordi con la viabilità ordinaria per raggiungere i centri a valle, con aree di servizio e piazzole di sosta. «Non serve grande fantasia», sostiene, «per capire l’impatto dell’opera sull’armonioso paesaggio gardesano e sulla sua natura».Uno dei timori fondamentali nei confronti della Affi-Pai resta comunque il fatto che «la nuova autostrada faciliterebbe l’afflusso al lago di numerosi ulteriori mezzi motorizzati, auto e pullman turistici, generando code e ingorghi. L’accumulo dei mezzi in uscita dai caselli», afferma Amadio, «non potrebbe essere smaltito sollecitamente da strade locali verso il lago. Il surplus di traffico verrebbe affidato, per lo smaltimento, alla solita gardesana, già intasata, che percorre la costiera».Scontato, per il Wwf, il peggioramento della qualità ambientale, non solo per il danno al paesaggio, ma anche per l’aumento dell’inquinamento dell’aria e acustico nei nuovi territori aperti al traffico e dell’acqua del lago per gli scarichi dalla nuova strada.«Si tratta», dice, «di una proposta dalle caratteristiche urbanisticamente antistoriche. Si assiste oggi allo studio di modalità atte a ridurre, impedire ove possibile, l’afflusso motorizzato a centri urbani o centri turistici (Stoccolma, Londra, Milano, Zermatt ). Si propone, e già si è giunti in alcuni casi alla fase attuativa che le auto vengano fermate fuori dai centri abitati. Metodi analoghi possono essere studiati per tutta o parte della riviera gardesana», rilanciano. «Altri metodi possono essere studiati e attuati, ma sempre funzionali a ridurre l’afflusso delle auto al lago, realizzando il contrario di quanto provocherebbe la nuova autostrada».Progetto fuori bersaglio, la Affi-Pai, in ogni caso, secondo il Wwf: «Quando si progetta un’autostrada il fine è decongestionare il traffico. Questa arteria che si ipotizza avrebbe invece l’effetto opposto, poiché facilitando l’accesso al lago favorirebbe il congestionamento dell’attuale costiera». Interrogativo-chiave degli ambientalisti: «Cosa vuole la gente del lago? Albergatori e negozianti? Desiderano forse un’autostrada che conduca nei loro paesi più auto, inquinamento, congestione, velocità, o il contrario? Con minor opportunità di lavoro, magari. Questo il nocciolo della questione. La nostra tesi, tesi di ragionevolezza, supportata da esperienze mutuabili fuori dai nostri confini, è che chi vive del turismo sul lago (albergatori, ristoratori, commercianti, che abbiano a cuore il loro futuro ) non può farsi complice del turismo frettoloso, “della mezza giornata”, che arreca più oneri che vantaggi». E un invito: «Questi operatori possono essere il “filtro” per ridurre le presenze, non di persone, ma di auto, con l’ambizione di invitare la clientela in luoghi ove la vita abbia un ritmo più pacato rispetto a quello ordinario, qualità tale da indurre il turista a tornare».

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