lunedì, Maggio 29, 2023
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Apre domani a Brescia la mostra “Gli animali nell’arte: dal rinascimento a Ceruti”

Le sale di a Bres­cia si prepara­no ad accogliere un even­to uni­co nel suo genere che doc­u­menterà, attra­ver­so oltre 80 cap­ola­vori, come la rap­p­re­sen­tazione degli ani­mali abbia trova­to ampia dif­fu­sione nel­l’arte tra XVI e XVIII sec­o­lo.

Dal 19 gen­naio al 9 giug­no 2019, la mostra Gli ani­mali nel­l’arte dal Rinasci­men­to a Ceruti, cura­ta da Davide Dot­ti, orga­niz­za­ta dal­l’As­so­ci­azione Ami­ci di Palaz­zo Mar­ti­nen­go, col patrocinio del­la Provin­cia di Bres­cia e del Comune di Bres­cia, in part­ner­ship con WWF Italy, trasformerà la stor­i­ca res­i­den­za cinque­cen­tesca nel cuore del­la cit­tà in un ide­ale “zoo artis­ti­co”, che con­sen­tirà al vis­i­ta­tore di com­pren­dere come l’an­i­male abbia da sem­pre avu­to un ruo­lo fon­da­men­tale nel­la grande pit­tura anti­ca.

Infat­ti, i più gran­di maestri del Rinasci­men­to, del Baroc­co e del­l’Età dei Lumi, da Raf­fael­lo a Car­avag­gio, da Guer­ci­no a Tiepo­lo fino a Ceruti, han­no spes­so dip­in­to ani­mali sia in rap­p­re­sen­tazioni autonome – alla stregua di veri e pro­pri ritrat­ti carat­ter­iz­za­ti anche psi­co­logi­ca­mente – che in com­pag­nia del­l’uo­mo, soprat­tut­to in occa­sione di com­mis­sioni uffi­ciali da parte di nobili e aris­to­crati­ci. Inoltre, traen­do ispi­razione dai testi bib­li­ci e dal­la let­ter­atu­ra clas­si­ca gre­ca e lati­na, gli artisti han­no licen­zi­a­to tele nelle quali l’an­i­male è l’as­so­lu­to pro­tag­o­nista – come, ad esem­pio, nel­l’episo­dio del­l’Ar­ca di Noè – oppure com­pri­mario, dive­nen­do attrib­u­to icono­grafi­co dei san­ti più venerati – Giro­lamo con , Gior­gio con il dra­go, Gio­van­ni Bat­tista con l’ag­nel­lo -, o parte essen­ziale del rac­con­to mito­logi­co. Basti citare, ad esem­pio, le sto­rie di Diana cac­ciatrice accom­pa­g­na­ta dal suo fedele cane, Ganimede e l’aquila, Leda e il cig­no e il rat­to di Europa escog­i­ta­to da Zeus trasfor­ma­to in toro. Sen­za dimen­ti­care gli affasci­nan­ti per­son­ag­gi del­la maga Circe – che ave­va il potere di trasfor­mare i suoi nemi­ci in ani­mali – e di Orfeo che, suo­nan­do la lira con impareg­gia­bile maes­tria, incan­tò gli ani­mali e la natu­ra.

Il per­cor­so espos­i­ti­vo sarà sud­di­vi­so in dieci sezioni che indagher­an­no la pre­sen­za del­l’an­i­male nel­la pit­tura a sogget­to sacro e mito­logi­co — met­ten­do in evi­den­za le sim­bolo­gie e i sig­ni­fi­cati ad esso con­nes­si — per poi adden­trar­si in sale tem­atiche ded­i­ca­ta a cani, gat­ti, uccel­li, pesci, ret­tili e ani­mali del­la fat­to­ria, spes­so raf­fig­u­rati in com­pag­nia del­l’uo­mo. Nel­l’ul­ti­ma stan­za, invece, saran­no pro­tag­o­nisti gli ani­mali esoti­ci — scim­mie, pap­pa­gal­li, drom­e­dari, leoni, tigri, ele­fan­ti, struzzi — e fan­tas­ti­ci, figli cioè del­la fer­vi­da vena cre­ati­va degli artisti.

Tra le opere di Guer­ci­no, Ceruti, Bachi­ac­ca, Grechet­to, Campi, Cav­a­lier d’Arpino, Gior­dano e Duran­ti che giunger­an­no a Bres­cia da musei, pina­coteche e collezioni pri­vate ital­iane ed estere, sono da seg­nalare quat­tro cap­ola­vori del Pitoc­chet­to che per la pri­ma vol­ta saran­no esposti in una mostra pub­bli­ca, fra i quali spic­ca la sor­pren­dente e mod­ernissi­ma cop­pia di tele raf­fig­u­ran­ti Vec­chio con car­li­no e Vec­chio con gat­to, cita­ta nel­l’in­ven­tario del 1802 del­la pres­ti­giosa collezione Melzi d’Er­il di . Inoltre, ver­ran­no pre­sen­tate alcune tele inedite recu­per­ate dal cura­tore in collezioni pri­vate ital­iane, tra cui lo splen­di­do “Ritrat­to di gen­tilu­o­mo con labrador” del mae­stro fiorenti­no Loren­zo Lip­pi, la “Venere, amore e cagno­li­no vesti­to da bam­bi­na” del pit­tore veneziano Pietro Liberi e l’in­te­so “Ritrat­to di ragazz­i­no con cane” del gen­ovese Domeni­co Fiasel­la. Di Gior­gio Duran­ti, artista bres­ciano set­te­cen­tesco spe­cial­iz­za­to nel­la pit­tura a sogget­to ani­malier, il pub­bli­co potrà ammi­rare cinque mer­av­igliose opere, tra cui il “Ritrat­to di poiana” di collezione pri­va­ta, i “Due tarabusi” del­l’Ac­cad­e­mia Car­rara di Berg­amo e l’ined­i­to “Nido di gazze ghi­andaie” scop­er­to di recente in una rac­col­ta pri­va­ta bres­ciana.

In virtù del­la ril­e­van­za cul­tur­ale, artis­ti­ca e sci­en­tifi­ca, la mostra ha ottenu­to il pres­ti­gioso patrocinio del WWF Italy. La col­lab­o­razione per­me­t­terà di appro­fondire durante la visi­ta, gra­zie ad appo­site schede di sala, alcune tem­atiche par­ti­co­lar­mente impor­tan­ti quali la sal­va­guardia del­l’am­bi­ente, delle specie pro­tette e del­la bio­di­ver­sità, la cul­tura del­la sosteni­bil­ità con­tro lo spre­co di risorse, il rispet­to degli eco­sis­te­mi e la lot­ta con­tro il brac­conag­gio.

Sarà inoltre instau­ra­ta una preziosa col­lab­o­razione con il Dipar­ti­men­to di Scien­ze Nat­u­rali e Zoolo­gia del­l’ di Pisa, che studierà in maniera sci­en­tifi­ca le opere selezion­ate, per ricavare preziose infor­mazioni sulle razze antiche e sul­la loro evoluzione nel cor­so dei sec­oli.

La mostra è il quin­to appun­ta­men­to espos­i­ti­vo del­l’As­so­ci­azione Ami­ci di Palaz­zo Mar­ti­nen­go che fa segui­to ai suc­ces­si di pub­bli­co e di crit­i­ca ottenu­ti con le rasseg­ne Il Cibo nel­l’Arte dal Sei­cen­to a Warhol” (2015), Lo Splen­dore di Venezia. Canalet­to, Bel­lot­to, Guar­di e i vedutisti del­l’Ot­to­cen­to (2016), Da Hayez a Bol­di­ni. Ani­me e volti del­la pit­tura ital­iana del­l’Ot­to­cen­to (2017) e Picas­so, De Chiri­co, Moran­di. Cen­to cap­ola­vori dalle collezioni pri­vate bres­ciane (2018), vis­i­tate da oltre 200.000 per­sone.

In alle­ga­to in antepri­ma alcune foto del­la mostra di LDP

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