Installare una pista di atterraggio degli idrovolanti sul Garda? La Regione Lombardia ha chiesto un parere ai sindaci della riviera bresciana che, riuniti in assemblea a Salò, hanno risposto di no.«Da Milano – spiega Bernardo Berardinelli, presidente del Consorzio per il demanio che raggruppa tutte i comuni della sponda orientale del lago (14), e i tre dell’Eridio – ci hanno chiesto il parere sulla possibilità di creare una base. Vorrebbero uno spazio a terra di 4-5mila metri quadrati e corridoi in acqua. La Regione avrebbe indicato Sirmione come località preferita. Ma vuole sapere cosa ne pensiamo tutti noi».I SINDACI o i loro delegati, per lo più assessori, si sono guardati in faccia, esprimendo un netto dissenso. Queste le obiezioni emerse nel dibattito. «Il municipio dovrebbe mettere a disposizione una superficie molto ampia. Poi bisogna individuare una rotta di sicurezza sul lago, ed effettuare il collegamento con la terraferma. Si tratta di un’idea che non serve a nulla, se non per qualche riccone che intende togliersi lo sfizio di un volo dalle nostre parti. Parlassimo di elicotteri per offrire un servizio di pronto intervento sanitario, e dell’individuazione di una rete di punti-sosta, allora sì, la cosa interesserebbe. Ma il discorso degli idrovolanti non è funzionale allo sviluppo turistico». Da qui un secco no.Con il termine idrovolante si intendono gli aerei in grado di decollare ed ammarare dall’acqua. Possono essere classificati in base al sistema di sostentamento (galleggiamento) oppure alla possibilità di operare anche da superfici terrestri (anfibi). I primi, in genere piccoli monomotore (Cessna, Pipe, De Havilland), montano degli «scarponi». I più grossi, esempio i Canadair, utilizzano la fusoliera come lo scafo di una imbarcazione.IL GARDA ha sempre avuto una tradizione in merito. Dopo aver conquistato la coppa Louis Blériot con un volo da Porto Recanati (Macerata) a Porto Corsini (Ravenna) e ritorno, alla media di 619,374 km., il 22 giugno 1934 Francesco Agello toccò a Desenzano i 730. Un risultato sbalorditivo, ma il risultato non poté essere omologato per la mancanza di cronometristi e per l’interruzione della prova, causata dal distacco di una puntina platinata di un magnete. Sempre a quei tempi Francia, Italia, Inghilterra e Stati Uniti disputavano la coppa Schneider.