In occasione delle feste natalizie, le campane suoneranno a festa davanti al municipio. L’affermazione sembrerà un azzardo, visto che il campanile della chiesa è «ospitato» nella non vicina piazza Ferdinando di Savoia. I campanari hanno però brillantemente risolto il problema applicando la regola di Maometto, quella secondo cui se la montagna non va a Maometto, allora si muoverà Maometto: saranno infatti le campane ad essere trasportate davanti al municipio. Grazie infatti ad un campanile mobile dotato di sei campane, sarà attivato un concerto natalizio per bronzi a corda. Artefici della singolare idea il Gruppo campanari Santa Maria Nascente di Castelnuovo del Garda, coordinati da Luigi Prando. La manifestazione, organizzata con la collaborazione dell’amministrazione comunale, si intitola «Le campane risuonano a festa»; un meeting di arte campanaria con la tecnica di suonatura della scuola veronese. La singolare esibizione, alla quale parteciperanno anche i gruppi campanari di Cavalcaselle e San Giorgio in Salici, prenderà inizio alle 15 di oggi. L’impianto campanario mobile è stato fornito dalla ditta Capanni, una delle più antiche aziende fonditrici d’Italia. Nel 1846, Paolo Capanni, bisnonno dell’attuale titolare, Enrico, rilevava l’antica fonderia di campane Betalli, in Castelnovo ne’ Monti dal 1500. Era l’inizio di un’attività che, osservando fedelmente la tradizione di fonderia, ha proceduto di pari passo con le esigenze dei tempi, dedicandosi alle ricerche nel campo dell’automazione e dell’elettronica. A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi, vale a dire dopo la ricostruzione di numerose campane distrutte durante il conflitto, la Capanni ha fuso più di 22 mila campane: tra esse, la Campana internazionale dei caduti a Rovereto (Trento), che dopo quasi 40 anni è ancora perfettamente funzionante con la completa struttura originale e mai sostituita. È una delle più grandi campane del mondo, pesa 22 tonnellate e suona regolarmente cento rintocchi ogni sera. Sia per le stupefacenti dimensioni che per l’alto valore simbolico, alcune campane sono divenute famose in tutto il mondo. Pochi manufatti hanno conosciuto una diffusione simile a quella della campana, elemento che da sempre colpisce la fantasia dell’uomo, e che nelle varie culture ha assunto significati assai vari. Il materiale che più caratterizza il suono delle campane è sicuramente il bronzo. Il bronzo nacque dalla fusione di rame e stagno attorno al 5000-4000 a.C., probabilmente nella regione mesopotamica. La maggior parte delle campane ritrovate proviene infatti da quest’area e, particolarmente, dalla cultura assira. Secondo recenti ritrovamenti archeologici effettuati in diverse zone dell’Asia occidentale, sembra che la realizzazione dei primi «bronzi sonanti» sia stata opera delle antiche popolazioni armene. Fin dalla loro origine, le campane sono sempre state legate a rituali magici e religiosi. Con il loro tintinnio esse assolvevano a funzioni protettive ed evocative delle divinità, con lo scopo di allontanare le forze del male e di avvicinare quelle del bene. Nella cultura occidentale la campana ha avuto un ruolo fondamentale come simbolo di cristianità. La campana della chiesa, oltre a radunare i fedeli, è destinata ad allontanare il maligno e ad attirare l’attenzione e la protezione di Dio. Ad essa è attribuita una ricca e suggestiva simbologia.
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