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“Capolavorare”: inaugurazione, al Vittoriale degli Italiani, della Permanente Gabriele Dannuncio e le nuove acquisizioni

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“Cap­ola­vo­rare” è una delle molte inven­zioni lin­guis­tiche dan­nun­ziane, e con essa il vuole tito­lare la sua fes­ta più impor­tante, quel­la che nel mar­zo di ogni anno cel­e­bra il duplice anniver­sario di nasci­ta e morte del grande poeta (12 mar­zo 1863 – 1 mar­zo 1938).

E come in ogni com­plean­no che si rispet­ti, il Vit­to­ri­ale fes­teggia con numerosi doni, pre­sen­tati al pub­bli­co in occa­sione del­la grande fes­ta in pro­gram­ma per saba­to 17 mar­zo a par­tire dalle ore 11.00. Pros­egue infat­ti su vari fron­ti l’im­peg­no del Pres­i­dente per l’arte: anco­ra una vol­ta il Vit­to­ri­ale si ricon­fer­ma des­ti­natario priv­i­le­gia­to di opere accolte per pot­er essere nuo­va­mente “donate” al pub­bli­co nel pieno osse­quio del det­to che fu di d’An­nun­zio “Io ho quel che ho dona­to”.

Ad essere inau­gu­rate in quest’oc­ca­sione saran­no, in par­ti­co­lare, Al ter­mine del­l’ado­lescen­za, opera scul­torea di Pao­lo BorghiI Lev­ri­eri, dip­in­to Mau­r­izio BoscheriIl peso del tem­po sospe­so di Ste­fano Bom­bardieri e anco­ra Ermione diCar­lo Pre­vi­tali, i mer­av­igliosi plas­ti­ci di Fiume real­iz­za­ti da Gian­car­lo Sti­val e la stu­pe­facente opera di Rober­to Mas­sus­si d’An­nun­zio in uno spillo.

Una vera e pro­pria per­son­ale è invece quel­la ded­i­ca­ta al gio­vane artista Quiri­no Gnut­ti, le cui tele mon­u­men­tali dip­inte in acril­i­co su vel­lu­to saran­no esposte nel­la sala ded­i­ca­ta al moto­scafo anti­som­mergi­bile uti­liz­za­to da d’An­nun­zio in occa­sione del­la Bef­fa di Buc­cari, dove rimar­ran­no esposte fino all’1 dicem­bre 2018. La mostra, cura­ta nel­la direzione artis­ti­ca da Sara Pallavici­ni, Gio­van­ni C. Let­ti­ni e Ste­fano Morel­li, espone opere che toc­cano i temi più vici­ni all’artista che ricrea una sor­ta di nuo­vo uni­ver­so, da cui il tito­lo L’il­lu­sione del mio tem­po.
Di ques­ta il Pres­i­dente Gior­dano Bruno Guer­ri dice: «…mi incan­ta qual­cosa che non ho mai vis­to pri­ma: delle gran­di tele, che non sono più tele, per­ché cop­erte di vel­lu­to chi­az­za­to di col­ori, a loro vol­ta per­cor­si da ghirig­ori, ghirig­ori, ghirig­ori. Come la vita…ma piac­erebbe a d’An­nun­zio? È la doman­da che mi fac­cio sem­pre, pri­ma di accogliere un artista den­tro la Trip­lice Cer­chia di Mura. Sì, ques­ta opalescen­za bril­lante, questo caos ordi­na­to, questi per­cor­si sen­za fine, questo tes­su­to prezioso gli piac­ereb­bero».

Ma oltre a sco­prire e pro­muo­vere nuovi tal­en­ti artis­ti­ci il Vit­to­ri­ale pros­egue nel­la mai fini­ta riscop­er­ta di se stes­so: con­tin­ua infat­ti il prog­et­to Ricon­quista, che resti­tu­isce ora alla dimo­ra dan­nun­ziana due pon­ti, il Ponte dei Conigli e ilPonte del­la For­tu­na, tor­nati allo splen­dore orig­i­nario dopo aver subito lo spoglio delle dec­o­razioni.  E a spre­gio di preda­tori e fal­sari di bellez­za, ad arric­chire di un pun­to di vista ined­i­to le vaste collezioni di ogget­ti e curiosità esposte si aggiungerà una nuo­va mostra per­ma­nente dal tito­lo Gab­briele Dan­nun­cio, espo­sizione di fal­si auto­grafi il cui com­mer­cio è sta­to stron­ca­to con azione giudiziaria intrapre­sa dal Vit­to­ri­ale stes­so a dife­sa del­la sto­ria e del­la memo­ria, e di quan­ti anco­ra oggi se ne fan­no inter­preti e traghet­ta­tori.

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