Home Enogastronomia Da specialità tipica a specie in estinzione

Da specialità tipica a specie in estinzione

Una vera e propria «strage», tanto lenta quanto inesorabile. Nel giro di 15 anni la presenza delle susine di Dro, uno dei prodotti che caratterizzano l’agricoltura del Basso Sarca, si è più che dimezzata: da 240 mila piante di metà anni ottanta alle 110 mila attuali. Venerdì scorso il mondo contadino della zona si è riunito ad Arco, nella sede della Cbs, per fare il punto della situazione.All’ordine del giorno dell’incontro essenzialmente la grave crisi che sta affliggendo la produzione della prugna da qualche anno a questa parte, con annesse prospettive di mercato e le possibili contromosse. I dati snocciolati nel corso della riunione sono eloquenti: nel 1985 i susini coltivati erano 238 mila, agli inizi del 2000 appena 111 mila. E mancano i riscontri degli ultimi due anni, periodo in cui il taglio delle piante ha subito una forte accelerazione. I motivi sono da ricercare innanzitutto nelle gravi malattie che hanno colpito, nel corso degli ultimi decenni, i susineti della zona (prime fra tutte la terribile Sharka, i cui monitoraggi preventivi, da parte della Provincia, sono stati sospesi l’anno scorso creando, così, un notevole disappunto nei contadini altogardesani). Ma anche nelle contrazioni di un mercato fortemente suscettibile alle nuove tendenze provenienti dall’est Europa e senza dimenticare che anche nell’agricoltura le mode passano col tempo (ora sono in voga le vigne, domani, magari, torneranno in auge i meli). La controffensiva contadina alla scomparsa delle prugne sta tutta nel debellare malattie e pericoli (si è deciso di allargare a tutta la Busa il metodo della «confusione sessuale») e ricreare interesse nel prodotto, puntando sull’etichetta «Dop», su promozioni tipo «Slow Food» e sul rinvigorimento del mercato italiano, da sempre meno entusiasta di quello tedesco.

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