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Sabato 18 febbraio 2012, alle ore 20.30, lo spettacolo Omaggio a Ravel debutta per la Stagione di Balletto 2011-2012 della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico. Il nuovo allestimento è affidato per coreografia, scene, costumi e luci a Renato Zanella, direttore del Greek National Ballet. Sul podio dell’Orchestra areniana il Maestro Peter Tiboris.

Due étoiles per la coreografia di Zanella in un inedito Omaggio a Ravel al Filarmonico di Verona

Per Omaggio a Ravel spettacolo di balletto su musiche di Maurice Ravel tornano a Verona Renato Zanella e Peter Tiboris in un lavoro sinergico ed inedito.  In scena due étoiles di fama internazionale: Beatrice Knop (nella foto Ennevi con Zanella) Principal dancer dello Staatsballett Berlin e Maria Kousouni Prima ballerina della Greek National Opera, che torna a danzare al Filarmonico dopo l’applaudito successo nell’interpretazione dell’Uccello di fuoco la passata stagione. Accanto a loro i Primi ballerini, i Solisti ed il Corpo di ballo della Fondazione Arena di Verona diretto da Maria Grazia Garofoli. In Omaggio a Ravel libertà e modernità, caratteri peculiari della ricerca linguistico-formale di Zanella, si esprimono in una danza neoclassica fondata su estetica e musicalità, che introduce passi e figure nuove in continua evoluzione. La sua danza fatta di gesti naturali si cala qui in un trittico legato dalla musica di Maurice Ravel: Valse, Pavane, Bolero. Valse, il quadro d’apertura che impegna tutta la prima parte della serata, riprende due lavori di Ravel dedicati al valzer. Il primo è la suite Valses nobles et sentimentales iniziata nel 1906 e pubblicata nella versione per pianoforte nel 1911 e per orchestra l’anno successivo, con forti caratteristiche impressioniste e moderniste. Il secondo è La Valse, poème choréographique pour orchestre scritto tra il 1919 ed il 1920. Concepito come un balletto per Sergej Diaghilev (ma da lui mai portato in scena), è diventato più celebre come concerto e rimarca l’«intensa attrazione» di Ravel per il genere del valzer. Paul Landomy definirà La Valse nel 1937 come «la più inaspettata delle composizioni di Ravel, che ci rivela profondità finora inaspettate del Romanticismo, potere, vigore, ed il rapimento in questo musicista, la cui espressione è solitamente limitata alle manifestazioni di un genio essenzialmente classico». La protagonista di questo quadro, Beatrice Knop, esprime il rapporto tra emotività e dinamica che Zanella legge nella partitura di Ravel. Segue nella seconda parte del balletto il quadro più corale Pavane, che il coreografo definisce «penetrante come il dolore che lo ispira»: la partitura di Ravel s’intitola infatti Pavane pour une infante défunte (Pavana per una principessa defunta). Composta per pianoforte a soli 24 anni nel 1899, viene orchestrata nel 1910 e riprende l’eredità spagnola dell’autore, che suggerisce l’idea di aver descritto «una pavana che una piccola principessa può aver ballato in tempi passati presso la corte spagnola». Un intermezzo orchestrale con Menuet antique sempre di Maurice Ravel introduce il terzo quadro dello spettacolo: Bolero. Sempre ispirata alla Spagna, questa celeberrima partitura viene coreografata nella versione integrale in prima nazionale per lo spettacolo al Teatro Filarmonico. Musica per balletto composta nel 1928 su commissione della ballerina russa Ida Rubinstein, il Bolero fu innovativo quanto provocatorio, per la danza seducente della figura femminile che attira verso di sé un gruppo di uomini al crescendo della musica. Andò in scena con clamoroso successo all’Opéra di Parigi il 22 novembre 1928, per la direzione di Walter Straram e con le coreografie di Bronislava Nijinska. La partitura è famosa anche come pezzo concertistico, diretto per la prima volta dallo stesso Ravel nel 1930. Il quadro conclusivo Bolero è un lavoro iniziato da Zanella a Vienna nel 1998 e che al Filarmonico di Verona vede la sua ultima versione dove una donna, l’étoile greca Maria Kousouni, rappresenta la melodia in lotta con quattro uomini ad impersonare il ritmo. In Omaggio a Ravel il corpo si fa musica per esprimere un Ravel liberamente messo in scena dal coreografo Renato Zanella, nella convinzione che la vita è un misto tra trasformazione e reciproca ispirazione.

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