Cose «mai viste». Anche nel senso letterale. I primi visitatori di «Van Gogh disegni e dipinti» quasi faticano a trovar parole per esprimere le emozioni che ancora sentono a fior di pelle. Mostra «bellissima», «oserei dire commovente», «eccezionale»… L’ultima proposta di Marco Goldin a Brescia lascia sbalorditi perché rivela un Van Gogh insospettato e rompe l’immagine più comune dell’artista.Da Santa Giulia, nel giorno d’esordio dei Capolavori dal Kröller-Müller museum si esce con la scoperta dell’uomo Van Gogh, e di una mostra capace di parlare all’intelligenza oltre che al gusto. E pure chi non è nuovo al Goldin di Santa Giulia non rimpiange affatto le grandi rassegne sugli impressionisti né la monumentale «America!».SONO STATI in duemila ad entrare nel museo della città, ieri. «Tanti quanti erano stati per “America!” che chiudeva a mezzanotte – ricorda Goldin – e includeva nel biglietto il concerto di Antonella Ruggiero, appena sotto l’esordio di Monet del primo anno». Dunque soddisfazione anche per il curatore, che parla di «maturità del pubblico dimostrata dalla vendita di numerosi cataloghi».E la conferma viene proprio dal pubblico. «Davvero interessante, ci sono piaciute molto anche la disposizione, le didascalie, le citazioni, i riferimenti alla vita e ai personaggi, a suo fratello che ha dovuto sopportarlo per tutta la vita…», dicono d’un fiato Laura Cappelletti e Silvano Gecchelin, venuti apposta da Milano. Conoscevano bene la produzione «maggiore» del grande pittore olandese, ma «i disegni ci fanno capire l’evoluzione dell’artista».«Eccezionale! Ho visto Van Gogh ad Amsterdam e altre due volte, ma questa è l’unica mostra che dà l’idea dell’evoluzione della persona oltre che dell’artista». Oppure, «i suoi quadri sono belli ma non danno l’idea del suo percorso. Qui ho visto disegni di donne brutte che zappano, rese per quello che erano senza idealizzarle». E ancora, «questa è più intelligente di una comune mostra, è il miglior Van Gogh che abbia mai visto. Qui c’è il suo lavoro, la sua evoluzione… è emozionante, non me l’aspettavo così bello. Oserei dire commovente». Sono tre signore di un gruppo di 52 Amici della biblioteca di Abbiategrasso appena usciti in via Musei.«L’ho già vista da sola, adesso ci ritorno con la guida – confessa Sandra Penna arrivata da Alba. – Se a qualcuno piace il disegno qui trova una mostra straordinaria, fa vedere come Van Gogh ha migliorato la mano e il tratto, e permette di conoscere l’uomo». Anche Vittorio da Egna la trova «interessante» perché «permette di capire il percorso dell’autore dai primi dipinti da autodidatta con gli errori di prospettiva fino all’evoluzione verso l’acquerello».D’ALTRONDE, che si tratti di disegni è dichiarato. «Sapevo di trovare disegni riferiti al primo periodo di Van Gogh» dice Anna Rosa Antonucci che viene da Treviso ed esce stupita da Santa Giulia «imparagonabile agli spazi angusti che Goldin aveva a disposizione nella nostra città».Franco e Marisa Meli sono bresciani, e trovano «ottima» la rassegna appena vista. «Dai grandi quadri – dicono – ci si fa l’idea di un Van Gogh sofferente, mentre qui risulta una persona più protesa verso gli altri. Si viene via con la sensazione di aver conosciuto una persona di cui non si sospettava l’esistenza». E pure chi si aspettava di vedere qualche quadro in più come Paola Ferraris e Flavio Bellini arrivati da Alessandria parla di «una bella mostra che svela un Van Gogh sconosciuto».