Parlare oggi di sanità significa entrare in un acceso dibattito che troppo spesso viene alimentato da notizie – riprese regolarmente con evidenza dai mezzi d’informazione – che offrono spazio soprattutto a valutazioni negative o, peggio, ad affermazioni che non si collegano ad alcun fatto concreto né vengono “lette” nell’ambito di una corretta analisi dell’attività gestionale. Senza entrare nel merito di specifici fatti di cronaca, è comunque il caso, ad esempio, di quanto sta accadendo intorno al nuovo Piano Sanitario della Regione Lombardia. Non viene messo, infatti, nel dovuto risalto quanto i costi pro capite lombardi siano nettamente inferiori a quelli di molte altre regioni, nonostante i trasferimenti dallo Stato, almeno sino a poco tempo fa, siano stati minori; né si riconosce il successo della stessa azione sanitaria regionale, tesa a creare un minimo di dialettica fra chi acquista e chi produce sanità. Fra chi produce, l’Ente regionale ha cercato e cerca poi di mettere su un piano di parità le strutture sanitarie gestite dal soggetto pubblico e dai privati, dal momento che l’insieme costituisce un unico servizio pubblico, quantunque gestito da soggetti diversi. A questo proposito afferma il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano, dottor Angelo Foschini: “Nell’esclusivo interesse dell’utente, la Lombardia ha così reso tutti gli ospedali vere e proprie aziende, remunerate in funzione di ciò che esse producono ed ha attribuito alle Asl provinciali il compito di definire i bisogni, di acquistare le prestazioni, di controllarne la qualità e pagarle”. “Ora – prosegue Foschini – si tende ad affermare che aziendalizzazione significa cancellazione del rapporto umano, distruzione dei valori più profondi dell’uomo; a sostenere che tutto in sostanza viene valutato in termini solamente economici, che il malato è trattato come una merce. Quale direttore generale dell’Azienda di Desenzano, mi permetto di dire che aziendalizzazione significa una cosa tutta differente e cioè che di fronte ad una spesa sanitaria in continua ascesa – per l’invecchiamento della popolazione, per il miglioramento delle cure, per le nuove tecnologie applicate, per le nuove patologie presenti – vi è la necessità del migliore utilizzo delle risorse, perché le risorse disponibili devono essere in grado di raggiungere efficacemente il maggior numero di cittadini bisognosi senza inutili sperperi”.Aziendalizzazione significa, dunque, la ricerca della qualità, del miglioramento delle prestazioni. “E’ quello che stiamo facendo nei sei ospedali dell’Azienda. E questa nostra azione per migliorare i servizi è stata ben percepita dall’utenza come testimonia il monitoraggio con l’Università di Verona che stiamo costantemente attuando. Basti dire che la media di gradimento della qualità delle cure, espressa dai pazienti, oscilla, a seconda dei reparti, fra i 7 e i 9 decimi. I cittadini dimostrano di apprezzare e di comprendere quanto si sta facendo”.
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Parlare oggi di sanità significa entrare in un acceso dibattito che troppo spesso viene alimentato da notizie