Home Attualità Il libro nasce da ricerche e simulazioni al computer

Il libro nasce da ricerche e simulazioni al computer

Ripercorrere le rotte seguite dai presunti supersititi allo sprofondomanto di Atlantide negli abissi dell’oceano. Questo è «Echi da Atlantide», libro scritto da Antonio Scarfone, che è stato presentato in anteprima nazionale agli studenti dell’istituto “Bazoli-Polo” di Desenzano. Il volume, edito da Edizioni del Cigno, raccoglie le ricerche che questo insigne studioso ha condotto assieme a Phil Goddard della Royal Accademy di Londra. Presenti all’incontro anche l’assessore alla Cultura di Desenzano, Maria Vittoria Papa, alcuni editori e presidi di altre scuole della provincia e l’archeologa russa Yana Gravilova dell’università di Mosca, coautrice del volume e che nel 2002 ha partecipato ad uno studio che ha portato alla luce un’antica città sommersa nei pressi di Cuba. Si tratta di una scienziata di fama mondiale, docente universitaria e subaquea professionista. «Echi da Atlantide» è frutto di un’accorata ricerca che ha condotto alla ricostruzione della scomparsa dell’antica Atlantide e, attraverso simulazioni al computer, anche delle rotte compiute dai superstiti al disastro. Il libro è stato definito «accattivante come un testo scientifico ma coinvolgente come un romanzo» ed è già stato presentato a Londra nella sua versione inglese. Sono inoltre riportate ed esaminate decine di prove e teorie sull’esistenza del continente perduto, ma esclusivamente da un punto di vista scientifico. «Voglio innanzitutto ringraziare il preside Giorgio Montanari che ha reso possibile questa manifestazione – ha detto Antonio Scarfone – . Questa ricerca si è svolta dapprima studiando e scandagliando teorie su teorie e poi eseguendo delle simulazioni al computer, che ci hanno restituito la probabile localizzazione di Atlantide. Da numerosi riscontri abbiamo appurato che il continente si inabissò tra il 10.500 e il 9.400 a.C. a seguito di una specie di cataclisma. Le ricerche ci hanno condotto dapprima nell’Atlantico e successivamente in Africa. In questi viaggi abbiamo stabilito che gli scampati al disastro fuggiti verso est sbarcarono nelle coste africane, mentre un’altra colonia di atlantidei aveva già riparato qualche tempo prima nelle acque del Mediterraneo, stabilendosi nell’odierno Egitto».

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