giovedì, Maggio 22, 2025
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I Cospa (i comitati spontanei dei produttori nati dalle ceneri dei Cobas del latte) tornano in piazza e in Italia si preannuncia un’estate calda, anzi bollente

Il ritorno di Mucca Carolina

I Cospa (i comitati spontanei dei produttori nati dalle ceneri dei Cobas del latte) tornano in piazza e in Italia si preannuncia un’estate calda, anzi bollente. Un primo assaggio si è avuto ieri, con centinaia di trattori che hanno invaso le strade di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. La protesta era annunciata da tempo, ma a riscaldarla ancora di più è stata l’autorizzazione, concessa questa settimana dal ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, all’invio delle multe per le ultime due annate (la campagna ’97-98 e ’98-99), con sanzioni per 907 miliardi a carico di oltre 32 mila stalle. Gli allevatori contestano – e minacciano iniziative di protesta clamorose già dai prossimi giorni – anche la decisione del Tar del Lazio che ha rimesso la questione sul pagamento delle sanzioni previste per le campagne tra il 1995 e il 1997 alla Corte internazionale di giustizia dell’Unione europea: «Questo significa – denunciano i Cospa – che le annate in contenzioso, accumulate finora, potrebbero diventare anche di più, considerato che l’iniziativa del Tar, di fatto, blocca ogni decisione legale sui ricorsi presentati anche per il biennio successivo e autorizza gli industriali a trattenere i soldi del presunto splafonamento». In Lombardia le manifestazioni si sono concentrate a Varese – decine di mezzi hanno invaso Piazza Monte Grappa, nel cuore della città – e soprattutto a Brescia e a Milano nei pressi dell’aeroporto di Linate. Almeno quattrocento trattori (bresciani, mantovani e cremonesi) hanno paralizzato il traffico nel cuore della «Leonessa», prima di confluire nella zona del Palatenda per un’assemblea generale. Un centinaio di mezzi pesanti, invece, è tornato sulla Paullese, prima di confluire nel parcheggio a poche centinaia di metri dallo scalo milanese dove 3 anni fa ci fu il primo presidio della protesta contro le quote latte e le multe. «È finito un periodo e ne comincia un altro – ha sottolineato il leader dei Cobas Giovanni Robusti -. Siamo nelle stesse condizioni del ’96: abbiamo dato al governo la possibilità di risolvere la situazione, ma nulla è stato fatto». Robusti ha ricordato anche i risultati della Commissione d’inchiesta del governo: «Aveva stabilito che le quote da noi contestate erano sbagliate: ci siamo fermati per due anni per consentire la verifica di quei dati e oggi li vediamo ribaditi. L’apparato ha truccato i numeri prima e oggi lo fa di nuovo». Centinaia di trattori in strada anche in Emilia, nel Veneto e in Piemonte dove gli allevatori si sono concentrati al Foro Boario di Carmagnola: nel pomeriggio una carovana di almeno 400 mezzi agricoli ha sfilato in corteo. «Le quote latte – ha sottolineato Antonio Bedino, presidente dell’associazione di categoria Cosplat – non hanno più senso. Se l’impresa vuole crescere non c’è alternativa: deve andare fuori quota. Come per tutti gli altri comparti produttivi». In serata, il ministro ha fatto sapere che ha già chiesto all’Aima di verificare la regolarità dei calcoli con cui si è giunti alla definizione delle multe delle ultime due annate. Ma Pecoraro Scanio ha anche rilevato che l’invio delle multe era stato sollecitato da molti produttori. Solo conoscendo l’entità delle multe, infatti, è possibile aver diritto alle compensazioni ottenute con la quota aggiuntiva concessa all’Italia lo scorso anno da Bruxelles. Carlo Cassamali

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