Sembra orientarsi decisamente verso la privatizzazione la gestione del Vittoriale, specie dopo le due ultime e decise prese di posizione da parte della presidente della Fondazione Annamaria Andreoli e dello stesso consiglio comunale, che ha dato ampio e preciso mandato al sindaco Alessandro Bazzani «per sostenere in ogni sede opportuna un’ipotesi di privatizzazione, capace di raccogliere le risorse e le sinergie delle istituzioni locali, del mecenatismo privato, dei fondi etici, senza tuttavia trascurare l’eventuale apporto di strutture scientifiche universitarie». Il Vittoriale dovrà cambiare veste giuridica come previsto dal decreto 419/1999, che di fatto chiude la gestione ministeriale per un lungo elenco di grandi complessi museali, i quali o passano a una gestione privatizzata (sebbene con molti vincoli) o a una universitaria. L’ateneo di Brescia ha presentato una sua proposta di gestione il mese scorso alla presidenza del Consiglio e al ministro dei Beni culturali, chiedendo – di fatto – di poter gestire il Vittoriale. Nettamente contro tale ipotesi dunque il consiglio comunale e la stessa presidente della Fondazione Annamaria Andreoli, la quale si è detta profondamente convinta che «la soluzione migliore per la Fondazione dannunziana resta la privatizzazione». Anche il consiglio di amministrazione del Vittoriale (formato da 12 membri, fra i quali i rappresentanti dell’Accademia dei Lincei, dei Beni archivistici di Milano,del ministero delle Finanze e del tesoro e altri) ha di fatto scelto la strada della privatizzazione, predisponendo un nuovo statuto che consente di evitare molti lacci burocratici. Arbitro della singolare partita Ettore Albertoni, assessore alla Cultura della Regione Lombardia, che ha già istituito un tavolo istituzionale per decidere il futuro del complesso, visitato mediamente da 200 mila turisti l’anno con un indotto che costituisce una delle maggiori attrattive gardesane. L’assessore non si è sbilanciato, ma ha subito affermato che «l’interesse regionale è rivolto nel complesso alla comunità gardesana,quanto mai evoluta dal punto di vista turistico». In prima fila ci sono ovviamente i comuni di Salò e Gardone, ma in genere tutta la sponda bresciana del Garda ha nel Vittoriale uno dei suoi punti di riferimento classici nella mappa turistica. Il tavolo di lavoro dovrà cercare una soluzione.