Home Attualità La flotta senza barriereora salpa sul trimarano

La flotta senza barriereora salpa sul trimarano

Una flotta di barche a vela per tutti, grazie all’aiuto della Fondazione Cariverona, che sta attirando a Brenzone personalità importanti del mondo della vela. Si chiamerà. «Emozioni» il modello di trimarano che la Fondazione ha deciso di finanziare per favorire l’attività di «Eos la vela per tutti», associazione nata nel 1999 su impulso del magistrato paraplegico veronese Michele Dusi.Questo gruppo di volontari, onlus dal giugno 2004, presieduto da Giacomo Murari Bra a propria volta costretto sulla sedia a rotelle, salpa ogni sabato dal Circolo nautico di Brenzone, a Castelletto, permettendo a molti disabili di appassionarsi alla vela. E la nuova imbarcazione, che servirà proprio a loro, ha destato l’interesse di Andrea Stella, il giovane velista di Thiene (Vicenza) il quale, paralizzato nel corso di una sparatoria a Miami il 30 agosto del 2000, non ha mai rinunciato al suo sport, dimostrandolo a tutti nel 2004, quando salpò dal porto di Genova per attraversare l’Atlantico con un catamarano progetto «ad hoc». Per vedere “Emozioni”, Stella è stato a Brenzone con Mauro Pellaschier, altro grande velista italiano, timoniere di «Azzurra», la prima sfida italiana in Coppa America.Il finanziamento della Fondazione Cariverona è cospicuo e arriverà, completo, entro l’anno prossimo. Permetterà di realizzare gli stampi necessari a costruire almeno cinque trimarani, il minimo per costituire una flotta, primato che «Eos» si garantisce a livello nazionale. Il prototipo navigante, creato nel 2006 e inaugurato l’anno scorso a Brenzone, nasce dal progetto di Valerio Pighi, di Torri, che, dopo trent’anni d’agonismo in questo sport, è l’istruttore di «Eos».Pighi ha iniziato a lavorare con «Eos» proprio su spinta di Dusi, ricorda: «La vela aiuta a dimenticare la malattia che è vissuta come un trauma terribile ed è un aiuto fisico. Tuttavia, quando affrontai con loro la navigazione, capii che hanno bisogno di un mezzo adatto e mi proposi di progettarlo e costruirlo». Il lavoro richiese molto tempo e tanta pazienza: «Intrapresi quest’avventura con Graziano Loncrini, conosciuto da tutti a Torri come il “Macia”, persona molto esperta nella lavorazione delle resine per imbarcazioni», ricorda Pighi. «Per 11 mesi abbiamo lavorato nel tempo libero, nei fine settimana, trascorrendo nottate a progettare questa barca che garantisce la massima stabilità, il non rovesciamento ed è adatta ai diversi problemi di persone disabili».Prima di “Emozioni”, sono stati creati ben otto modelli telecomandati e fatte decine e decine di prove in acqua: «Fece da cavia mio fratello Enzo, mai salito prima su una barca». Pighi lo accompagnò, assicurandogli che la barca avrebbe fatto tutto da sola. E fu una prova tutto ok. Poi è stata fatta provare al presidente Murari Bra, portatore di handicap. Il suo commento? «Volle uscire da solo con la figlia di 10 anni… decisi allora di chiamare la barca “Emozioni”».Poi l’ufficialità. La festa con le autorità del Comune di Brenzone e della Provincia e l’idea: «Il legale e fondatore di Eos, Maurizio Cimetti di Verona, ha proposto di chiedere alla Fondazione Cariverona di contribuire al “Progetto Emozioni”. La richiesta è stata accettata visto il successo già riscosso da Proteus ’90, l’altra nostra imbarcazione di cui la Cariverona è stata sponsor. È un cabinato che ha permesso a moltissimi disabili di imparare questo sport e vincere regate».

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