La Fondazione «Ugo Da Como» di Lonato lancia un sos.. La richiesta di un’adeguata riflessione e di un nuovo sostegno per permettere all’istituto di continuare la propria attività, arriva da Eugenio Vitello, attualmente revisore dei conti della Fondazione, della quale è stato anche vice presidente, è in passato sindaco di Lonato. Nei giorni scorsi Vitello ha scritto al primo cittadino Morando Perini, a tutti i capigruppo consiliari e alla Giunta: «A differenza del passato, l’esiguità dei contributi statali e regionali non consentono più di sostenere l’attività quotidiana, tenuto conto di vari fattori: la crescita delle esigenze di gestione, degli adempimenti normativi in diversi settori, delle incombenze amministrative, delle necessità promozionali, oggi indispensabili per farsi conoscere nella nuova realtà della comunicazione. E ancora: ci sono necessità urgenti di manutenzione degli immobili, degli arredi e del patrimonio artistico». È un vero e proprio grido di allarme, quello di Vitello. In ballo c’è la sopravvivenza della Fondazione, ora non più legata al patrimonio fondiario. Ossigeno vitale per il futuro può arrivare dal volontariato, dalle visite e «dall’insopprimibile e inderogabile contributo morale e finanziario del Comune di Lonato, che deve sentire propria un’istituzione di alto valore scientifico la cui valorizzazione può, anzi deve essere un vanto per la cittadinanza intera in quanto risorsa culturale e anche economica se ben sfruttata», scrive Vitello agli amministratori locali. Non a caso il sindaco di Lonato rientra nell’elenco degli aventi diritto alla carica di consigliere di amministrazione della Fondazione Ugo Da Como. Del resto il prestigio che deriva da questo istituto «non può consentire all’Amministrazione comunale di qualsiasi credo politico» di trascurare ogni possibilità di rilancio o di assistere passivamente alla lenta, inesorabile agonia della vitalità della Fondazione. Alla fine della lettera Vitello sottolinea come l’opportunità della prossima discussione del bilancio preventivo 2003 sia l’occasione propizia per studiare un efficace piano di intervento. C’è anche una proposta che parte «dalla considerazione che il mantenimento al livello attuale della Fiera sia un inutile tentativo, per quanto apprezzabile e meritorio, di conservare una manifestazione che, nel giro di pochi anni, perderà inevitabilmente efficacia e attualità per motivi che sono già stati esposti in altre sedi e che sono sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, riconvertire la Fiera pur mantenendo l’aspetto tradizionale si può, e le somme parzialmente risparmiate potrebbero utilmente essere utilizzate e dirottate verso la Fondazione. Tocca a voi, allora, decidere se sia più importante destinare quattrini a una manifestazione che si avvia ad essere, e non potrà essere diversamente, una sagra di paese, o invece destinarli a un ente che si presenta come custode perenne di tesori culturali invidiati anche dall’estero». Su queste riflessioni i consiglieri di Forza Italia Roberto Tardani e Mario Bocchio hanno presentato un’interpellanza in vista del Consiglio comunale per conoscere le decisioni di natura economico finanziaria che la Giunta intende adottare.