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L’Astoria è già una clinica

Dopo una lunga discussione il Consiglio comunale di Salò ha approvato la convenzione con la casa di cura «Villa Gemma», che ha acquisito l’ex albergo Astoria, situato di fronte al porticciolo di Barbarano, trasformandolo in una struttura sanitaria. I lavori di ristrutturazione dell’edificio sono stati (in buona parte) già eseguiti. Voto favorevole della maggioranza di centrodestra (9 presenti, assenti il capogruppo Bruno Faustini, presidente del Parco Alto Garda, e Giuseppe Mongiello, numero 1 della Comunità), contrarie le minoranze. Costruito fra il 1958 e il ’60, l’Astoria (12 mila metri cubi di volumetria, superficie di 4.400 mq.) ebbe subito una vita felice. Era un 4 stelle con 170 posti letto. In quegli anni la zona era frequentata da ricchi imprenditori, che costruirono le loro ville, contribuendo a dare smalto alla riviera. L’hotel, che apparteneva a Roberto Cipani, padre dell’attuale sindaco Giampiero, ha interrotto l’attività nel ’92. In futuro diventerà un centro sanitario protetto, da cento posti letto. L’architetto Sandro Berther ha messo a norma gli impianti elettrici, rifatto il riscaldamento, sistemato le camere, gli ascensori, i bagni, abbattute le barriere architettoniche, sostituite i pavimenti, ecc. Si trasformerà quindi in una casa-albergo con piscina per la riabilitazione, dialisi (servirà ad esempio i nefropatici in vacanza) e vari servizi, strettamente collegata a Villa Gemma che, nella vicina Gardone, dispone di ambulatori e di 86 posti letto di Medicina generale e di Recupero e rieducazione funzionale. La spa proprietaria della casa-madre fa capo ad Angelo Arici, a Marco Bonometti (Officine meccaniche rezzatesi, ex presidente della Leonessa pallanuoto), ai rispettivi fratelli e a Gino Bersi, amministratore unico. Un’operazione da circa 7 miliardi di euro (tra costo d’acquisto e ristrutturazione), cui bisogna aggiungere la spesa per i mobili, gli arredi e le attrezzature. Numerose le critiche espresse l’altra sera dalle minoranze. Vincenzo Zambelli, diessino, ha chiesto l’istituzione di una commissione comunale d’inchiesta, affermando che i lavori sono stati effettuati a partire dal luglio ’98, nonostante una diffida dell’Ufficio tecnico, utilizzando per di più la legge 47 del febbraio ’82, la quale impedisce il cambio di destinazione. «Non di manutenzioni si è trattato, ma di vera e propria ristrutturazione. A mio avviso – ha sottolineato Zambelli – c’è un abuso edilizio. Che, se sanabile, obbliga al pagamento degli oneri di urbanizzazione in misura doppia. L’accertamento va fatto prima della stipula della convenzione. Mi riservo di ricorrere in altre sedi, per tutelare gli interessi della collettività». L’assessore Barbara Botti ha risposto di voler affidare le verifiche al responsabile dell’Ufficio, non a una commissione di inchiesta. Renato Cobelli, area Ppi, ha mosso censure di ti po urbanistico (l’operazione-Astoria è stata estrapolata dal piano particolareggiato di Barbarano, che prevede una serie di standards) e sanitario («l’apertura di Villa Gemma 2 rappresenta il de profundis per l’ospedale di Salò e il Santa Corona»). Durissimo, a tal proposito, il medico Alberto Marino, di Rifondazione, che ha lamentato la svendita della sanità pubblica. Mauro Ventura, indipendente, si è soffermato in particolare sulle aree vincolate a parcheggi: 1.418 metri quadri, di cui 787 di proprietà e 631 mq. su terreno della Fondazione Bravi (o altrove). «Hanno inserito persino il verde davanti al porticciolo, che è un passaggio pedonale. Sarebbe inoltre opportuno quantificare i posti auto in 60 (almeno). La superficie individuata è molto frammentata», ha detto Ventura, critico anche per la viabilità («l’innesto sulla 45 bis è problematico, speso bisogna farsi il segno della croce»). Sulla stessa lunghezza d’onda Gianluigi Pezzali, Fiamma tricolore. Per la maggioranza, oltre alla Botti, sono intervenuti Bruno Marelli («la struttura va a potenziare i servizi offerti ai cittadini») e il sindaco Giampiero Cipani («trascurata e abbandonata da 50 anni, adesso Barbarano ha cambiato faccia»). Intanto la Giunta regionale sta ultimando le pratiche per concedere l’accreditamento, relativo a Lungodegenza e Riabilitazione neuromotoria.

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