Home Attualità Le ferite del terremotoadesso fanno meno male

Le ferite del terremotoadesso fanno meno male

Cade domani il terzo anniversario del terremoto che il 24 novembre 2004 mise in ginocchio Garda e Valsabbia. Un anniversario che quest’anno non sarà ricordato con celebrazioni particolari: è sufficiente il ricordo della gente, che non può dimenticare quei drammatici momenti. Ma adesso è venuto il momento di voltare pagina: lo scorso 30 giugno si è chiusa la fase dell’emergenza, la ricostruzione è ad uno stadio molto avanzato e tutti stanno tornando a casa.IL NUMERO degli sfollati è sceso ormai a 73: a giugno erano ancora 210, tre anni fa 2202. E la sensazione è che tutti possano tornare a casa entro qualche mese. I comuni «terremotati» da 65 sono passati a 9; Salò. il centro maggiormente colpito, guida ancora la «classifica» degli evacuati con 25 persone. Ma forse è ben più importante sottolineare il dato che dà precisa testimonizanza del procedere di lavori: per gli edifici privati, su 2263 istruiti, quasi tutti (2142) hanno preso il via e 1741 sono conclusi. Si procede dunque a tutta forza: in tre anni, con una limitata spesa per il personale (poco più di 700 mila euro) è stato fatto tantissimo, un lavoro che forse non viene nemmeno riconosciuto: il fatto che non ci siano stati (fortunatamente) vittime e sfollati nei conteiner (come avvenuto purtroppo in altre parti d’Italia) ha forse reso l’evento, per qualcuno, un terremoto di «serie B». La velocità nella ricostruizione e le risposte delle istituzioni sono state da «Coppa del Mondo»: «Mi preme che questo venga sottolineato – dice il direttore della sede della Regione di Brescia, Carlo Giacomelli, coordinatore tecnico per l’emergenza terremoto – dal momento che le energie profuse sono state tante e credo che i risultati si siano visti».LA FERITA ancora aperta riguarda le strutture religiose. Sono stati 302 gli edifici lesionati, 175 poi le pratiche istruite al 30 giugno scorso. Qualcuno dunque si è «arrangiato», per così dire. Ma i conti fanno paura: il danno sismico è stato quantificato in 32.6 milioni di euro, i rimborsi per adesso si fermano a 24 milioni e mezzo. Ma se si considerano tutti i progetti di riqualificazione che interesseranno parrocchie, oratori, canoniche e altri edifici di culto (molti dei quali ormai datati, e per i quali sembra logico intervenire subito anche per questo tipo di operazioni) il conto sale a 53,8 milioni. Un gap di più di venti milioni, per il quale è stata fatta una richiesta al Ministero dei beni culturali. Per adesso in questo senso si attende ancora una risposta, anche se dall’otto per mille sono già arrivati contributi per la chiesa di Muscoline e Idro. Ai sacerdoti non resta che rimboccarsi le maniche, facendo affidamento anche alla generosità dei parrocchiani. Entro tre anni comunque si stima che tutti i cantieri possano essere chiusi. 80 i cantieri aperti, 16 quelli dove l’intervento è stato terminato.DOMANI A SALÒ intanto alle 9 è organizzato il convegno «Dopo terremoto, fra esigenze di tutela e requisiti di sicurezza»; saranno presenti, tra gli altri, il commissario straordinario per l’emergenza Massimo Buscemi e il Prefetto di Brescia Francesco Paolo Tronca.

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