«A metà novembre partirà il bando per i lavori di sistemazione della chiesa della Disciplina». La promessa arriva dallo stesso sindaco Armando Ferrari raggiunto nel suo ufficio di Palazzo Gelmetti. «Il nostro intento», spiega il sindaco, «è di restituire alla comunità entro la fine del 2002 l’ex edificio sacro di proprietà comunale nella sua rinnovata veste». Il complesso di proprietà comunale, sito in Borgo Garibaldi, è al momento in un completo e desolante stato di abbandono. La novità rispetto, al recente passato, è quella di porre mano in un colpo solo al complesso originariamente dedicato a S. Maria della Misericordia successivamente denominata Disciplina perché sede della confraternita dei “disciplinati”. Non si dovrebbe quindi assistere ad una cantiere aperto per l’eternità ma a lavori svolti in un’unica soluzione. «Il procedere in questo modo», ha scritto nella sua relazione il progettista Arturo Sandrini, «potrebbe ridurre sensibilmente i tempi portandoli dai 32/34 mesi a circa 18/20 con un possibile più marcato ribasso dei costi». Il costo complessivo di tutta l’operazione alla fine ammonterà a un miliardo e 147 milioni con 200 milioni già ricevuti dalla Fondazione Cariverona e 100 da tempo accantonati dal Comune. Amministrazione che si sta ancora muovendo alla ricerca di ulteriori forme di finanziamento e di contributi. «La Fondazione Cariverona ha promesso un secondo intervento per il 2002», precisa Ferrari. L’obiettivo dell’architetto Sandrini è di adibire l’ex chiesa ad un centro sociale-culturale con sala mostra. Uno spazio polifunzionale di prestigio, utilizzabile come grande aula per conferenze e convegni (con una capienza di circa cento posti a sedere) ma anche come auditorium. Il progetto mira al restauro della Disciplina nelle sua complessiva articolazione: vale a dire dalla copertura all’invaso interno con gli adeguamenti impiantistici necessari, all’unità abitativa annessa, sino al campanile. L’accesso principale al complesso architettonico avverrà dal portale centinato che immette nell’atrio antistante la chiesa. Quest’ultimo verrà coperto e controsoffittato per ripristinare l’antica funzione di spazio d’accoglienza. L’ex edificio sacro, negli anni Ottanta sede di un panificio, è ubicato all’esterno del nucleo abitativo antico di Bardolino. Insieme all’attigua chiesa romanica di San Severo rappresenta una delle costruzioni architettoniche più interessanti del Comune. Non per nulla già nel 1910 il ministero della Pubblica istruzione ne decretò il vincolo monumentale poi riconfermato il 30 ottobre 1950. «Al di là dell’apparente unitarietà formale, connotata all’interno di un apparato decorativo tardo barocco ricco di stucchi, la chiesa presenta una struttura pluristratificata che lascia trasparire le origini trecentesche e le successive trasformazioni e ampliamenti», scrive Sandrini, «sino all’assetto tardo settecentesco che ancor oggi la connota». In conseguenza delle leggi napoleoniche sulla soppressione delle confraternite laiche l’oratorio venne incamerato agli inizi del secolo XIX dal regio demanio per essere comunque poi concesso in affitto ai confratelli del SS. Sacramento che successivamente l’acquistarono. Saccheggiata dalle truppe austriache nell’Ottocento fu spogliata degli arredi sacri per il non indifferente ammontare di 1.400 lire. Alla disciplina venne aggiunto sempre nell’Ottocento in nuovo campanile innalzato sull’angolo sud est del fabbricato così come appare oggi. Nel 1962 l’intero complesso fu venduto dalla parrocchia ad un privato. Nel 1999
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