Il paradiso ecologico scientifico della Rocca di Manerba alla portata di tutti. Da oggi il “Centro Naturalistico La Rocca” avvia le visite guidate per scuole e villeggianti. Farà stimare e godere il museo preistorico “en plein air” e l’oasi naturalistica dalla flora rara, talora unica. Il tutto sulla penisola altipiano che si spinge tra le onde del lago, disegnando in prospettiva il profilo di Dante, come ebbe a sentenziare l’immaginifico Gabriele D’Annunzio. Un’oasi naturalistica della flora, ma anche una miniera archeologica ove gli annosi scavi del professor Bartfield, dell’università di Birmingham, hanno riportato alla luce centinaia di reperti che raccontano l’eccitante romanzo delle ere benacensi. Si mira a presentare la favolosa Rocca come articolato organismo museale a cielo aperto, dove sono razionalmente disposti gli irripetibili reperti scavati dalla équipe del docente britannico, cui compete l’indirizzo preistorico dell’organismo, mentre la “tranche” medievale spetta al professor Brogiolo, dell’università di Padova. Questo della Rocca è un eden della flora pregiata, e in quest’ordine di idee il professor Reisigl, dell’università di Innsbruck, nel parco ha scoperto una varietà fuor del comune, due orchidee rarissime: la Serapias Voronacea e la Orchis Papillionacea. Proseguono intanto le esplorazioni archeologiche nella parte soprana della Rocca, ma anche in quella inferiore ove la recente scoperta di alcuni mosaici fa pensare all’esistenza di un tempio probabilmente dedicato a Minerva. Scoperti anche i gradini della scalinata, collocabile nel Duecento, che saliva al Castello.