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Non voleva uscire dalla stalla: ha debuttato dopo un anno la giraffa più desiderata d’Italia

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Era diven­ta­to la giraf­fa più desider­a­ta d’Italia. Arriva­to dal­la Fran­cia al di Bus­solen­go a set­tem­bre del ‘21, staff e vis­i­ta­tori atten­de­vano il debut­to di Malawi nel­la pia­nu­ra d’Africa solo dopo qualche giorno di ambi­en­ta­men­to. Ma qual­cosa è anda­to stor­to e il gio­vane ha deciso di non far­si vedere in pub­bli­co per un intero anno. E’ sta­ta la tena­cia del­la sua etolo­ga a per­me­t­ter­gli di trasfor­mare la pau­ra in cor­ag­gio e, com­pli­ci anche cipolle, cipol­lot­ti e tan­ta pazien­za, lo ha por­ta­to a super­are una grande insi­curez­za che lo induce­va a vivere una vita riti­ra­ta.
“Malawi adesso giron­zo­la al safari insieme all’altra giraf­fa Ney­mar, ai buoi dei Watus­si, agli gnu e ai lichi del Nilo, ma gli sono servi­ti 12 mesi per diventare la giraf­fa ser­e­na che è ora”, spie­ga Cate­ri­na Spiezio, l’etologa respon­s­abile del set­tore ricer­ca e con­ser­vazione del Par­co Natu­ra Viva che si è occu­pa­ta del dis­a­gio di Malawi. “Abbiamo capi­to subito che Ney­mar — l’altra giraf­fa — ave­va il carat­tere gius­to per diventare la sua nuo­va figu­ra di rifer­i­men­to. Gli avrebbe trasmes­so abbas­tan­za sicurez­za per super­are pri­ma la soglia del­la stal­la ver­so il pad­dock inter­no e poi anche l’ultimo can­cel­lo che si affac­cia sul­la grande pia­nu­ra d’Africa”. I due si sono incon­trati, han­no impara­to a conoscer­si e a trascor­rere sem­pre più tem­po insieme. Eppure non è bas­ta­to. Per­ché non solo Malawi non usci­va dal suo rifu­gio ma per alcune set­ti­mane, è sta­to Ney­mar a rimanere den­tro con grande spir­i­to di sol­i­da­ri­età. Nel frat­tem­po è pas­sato tut­to lo scor­so autun­no, l’inverno, la pri­mav­era e l’estate di quest’anno.
“Ho inizia­to a lavo­rare con ghiotte ricom­pense come cipolle e car­rube, ten­tan­do ogni giorno di far­gli portare una zam­pa per vol­ta fuori dal­la sogli­a”, ricor­da Spiezio. “Lui avan­za­va ver­so di me, pren­de­va la ricom­pen­sa e rien­tra­va intera­mente. Ci sono sta­ti momen­ti in cui ho cre­du­to che non ce l’avremmo mai fat­ta. Ma un giorno, Malawi ha fat­to un pas­so lon­tano dal­la por­ta. E allo­ra sono iniziati i mesi in cui il mio uffi­cio era diven­ta­to il suo pad­dock. Lavo­ra­vo, spaz­za­vo, ero io stes­sa ad esplo­rare quel­la zona per far­gli capire che non c’era alcun peri­co­lo. Poi una mat­ti­na ha tira­to su bene la tes­ta e si è guarda­to attorno, man­i­fe­s­tando per la pri­ma vol­ta esplo­razione visi­va. E dopo appe­na 10 giorni, il grande pas­so al di là del can­cel­lo. Ney­mar lo aspet­ta­va e insieme sono andati ver­so il grande baobab a man­gia­re le ramaglie che li atten­de­vano entram­bi. E’ pas­sato un anno esat­to”, con­clude Spiezio.

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