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Parco archeologico sulla Rocca

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Stu­di, scavi e ritrova­men­ti arche­o­logi­ci sul­la Roc­ca di Gar­da, saran­no rac­con­tati domani dal pro­fes­sore Giampi­etro Bro­gi­o­lo, docente del­l’ di Pado­va che, in col­lab­o­razione con Nico­la Man­cas­so­la e Fabio Sag­gioro del­la Soprain­ten­den­za del Vene­to, ha svolto le ricerche sul­la Roc­ca. Bro­gi­o­lo, alle 10 a Palaz­zo Car­lot­ti Pinci­ni, pre­sen­terà il libro di cir­ca 500 pagine «Arche­olo­gia a Gar­da e nel suo ter­ri­to­rio (1998–2003)» dove è descrit­ta tut­ta la ricer­ca e i lavori che han­no por­ta­to al ritrova­men­to delle tes­ti­mo­ni­anze arche­o­logiche. Un even­to cul­tur­ale impor­tante per le ammin­is­trazioni comu­nali di Gar­da e che han­no sostenu­to eco­nomi­ca­mente e politi­ca­mente il lavoro dei ricer­ca­tori ed han­no anche già real­iz­za­to un prog­et­to pre­lim­inare per la real­iz­zazione di un . Con il libro saran­no pre­sen­tati anche un video descrit­ti­vo dei lavori e dei pan­nel­li esplica­tivi sia del­l’arche­olo­gia del­la Roc­ca che degli aspet­ti cul­tur­ali dei due pae­si. I lavori svolti dai ricer­ca­tori fino a ques­ta fase sono iniziati nel 1998, come rac­con­ta il vicesin­da­co di Gar­da Gian Pao­lo Rossi, che ha segui­to da vici­no le tappe del­la ricer­ca in questi anni. «In occa­sione dei mille anni dal­la morte del­la Regi­na Ade­laide (999‑1999)», spie­ga, «la prece­dente ammin­is­trazione ha prog­et­ta­to le ricerche sul castel­lo del­la Roc­ca, pros­e­gui­te poi fino al 2005. In otto anni, gli enti che han­no parte­ci­pa­to alla ricer­ca, la Provin­cia di Verona e i Comu­ni di Gar­da e Bar­dolino, han­no finanzi­a­to 680 mil­ioni di vec­chie lire, di cui 302 la Provin­cia, 220 Gar­da e 157 Bar­dolino. Quin­di un totale di cir­ca 350mila euro è il cos­to com­pren­si­vo di ricerche, scavi, pub­bli­cazione di un vol­umet­to dal tito­lo «Gar­da, Bar­dolino e Coster­mano», un mul­ti­me­di­ale e la pub­bli­cazione di questo libro che pre­sen­ti­amo domani, stam­pa­to in 4mila copie in ital­iano e 4mila in inglese, dove è rac­colto il lavoro svolto». Le tes­ti­mo­ni­anze arche­o­logiche prin­ci­pali ritrovate sul­la Roc­ca sono tre cinte murarie, un’area adibi­ta ad edi­fi­ci pub­bli­ci del castel­lo, un set­tore abi­ta­ti­vo, una chiesa con mosaici e un’area cimi­te­ri­ale. Nel­la chiesa sono state trovate delle tombe con degli scheletri. Ritrovate inoltre delle mon­ete, (tra cui anche «Tre­m­isse Aureo» del­l’im­per­a­tore Zenone) e una fibu­la vuo­ta in oro e argen­to di for­ma cir­co­lare con tes­ta d’aquila. Otto anni di lavori arche­o­logi­ci, dunque, al castel­lo del­la Roc­ca dove visse la Regi­na Ade­laide quan­do venne imp­ri­gion­a­ta da Beren­gario II. Tes­ti­mo­ni­anze altome­dio­e­vali del­la sto­ria garde­sana e anche di Ade­laide che fino a queste ricerche in molti cre­de­vano solo leggen­da e che invece, più di un mil­len­nio fa, ha las­ci­a­to nel ter­reno pezzi di quelle radi­ci che in segui­to si sareb­bero trasmesse alla cul­tura del ter­ri­to­rio. I preziosi ritrova­men­ti arche­o­logi­ci ora fan­no parte di un tesoro e di un’ered­ità che Gar­da e Bar­dolino inten­do val­oriz­zare, trasfor­man­do la Roc­ca in un par­co arche­o­logi­co. C’è già un prog­et­to pre­lim­inare, real­iz­za­to dagli architet­ti Angi­o­la Leva e Mat­teo Scal­trit­ti, con un per­cor­so di visi­ta, che con oppor­tune seg­nalazioni e appa­rati didat­ti­ci accom­pa­gna il vis­i­ta­tore attra­ver­so il sito e la com­pren­sione dei con­tenu­ti stori­ci e nat­u­ral­is­ti­ci. Il prog­et­to di val­oriz­zazione del­l’area arche­o­log­i­ca investe una zona di oltre 30mila metri qua­drati, sul­la som­mità del­la Roc­ca, a 291 metri sul liv­el­lo del mare e di uno scosce­so ver­sante occi­den­tale a pic­co sul lago. Il prog­et­to prevede anche l’is­ti­tuzione di un per­cor­so botan­i­co, frut­to delle ricerche con­dotte nel pri­mo anno di indagi­ni, sulle prin­ci­pali essen­ze arboree pre­sen­ti sul­la Roc­ca. La pan­nel­lis­ti­ca didat­ti­ca guiderà il vis­i­ta­tore alla scop­er­ta delle prin­ci­pali carat­ter­is­tiche nat­u­ral­is­ti­co-ambi­en­tali, con rifer­i­men­ti anche al con­testo lacus­tre ed alla geo­mor­folo­gia del ter­ri­to­rio. Sul per­cor­so del par­co arche­o­logi­co saran­no real­iz­zate delle ringhiere di pro­tezione nei pas­sag­gi più scosce­si, per accedere alla visi­ta delle gal­lerie che ven­nero sca­v­ate già in epoca anti­ca e poi ampli­ate durante la pri­ma guer­ra mon­di­ale, per fare del­la roc­ca un capos­al­do delle retro­vie difen­sive ital­iane. La zona più impor­tante del sito però, sono le tes­ti­mo­ni­anze del castel­lo, per le quali sarà nec­es­sario un atten­to restau­ro arche­o­logi­co delle mura­ture, con la pulizia delle strut­ture esisten­ti, la rimozione dei mate­ri­ali di crol­lo e il con­sol­i­da­men­to del­la cin­ta muraria. Per la chiesa rupestre, det­ta «del­la Regi­na Ade­laide», il prog­et­to prevede di ren­der­la vis­itabile attra­ver­so l’in­stal­lazione di una scala di disce­sa all’in­gres­so merid­ionale delle gal­lerie, dove la zona acces­si­bile si con­clud­erà con una pic­co­la piattafor­ma panoram­i­ca ester­na, a sbal­zo ver­so il lago.

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