giovedì, Aprile 25, 2024
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Desenzano: il Piano territoriale E’ difficile mettere d’accordo 41 comuni Alta Capacità: il tracciato va modificato

Parco del Garda: la Provincia pensa a tutela e sviluppo

La tutela dell’area collinare del basso Garda passa soprattutto attraverso una pianificazione territoriale che sia rispettosa delle caratteristiche uniche di quest’area, fra le più pregiate non solo a livello provinciale. La strada, dunque, è quella di un programma di sviluppo integrato che permetta di raggiungere un adeguato e realistico grado di tutela, di concerto con i Comuni. Una strada che viene indicata nel Piano territoriale di coordinamento, che è stato illustrato venerdì sera a Desenzano dall’assessore provinciale Maria Stella Gelmini, presenti alcuni sindaci e amministratori del basso lago, il presidente dell’Azienda speciale Garda Uno, Guido Maruelli, e i vertici della Comunità del Garda e dell’Associazione albergatori. Secondo l’assessore Gelmini, il suggestivo progetto sul tappeto in questi mesi di un grande Parco delle colline gardesane – nato dalla «base», delle associazioni, per fermare la continua espansione del cemento -, si annuncia difficilmente realizzabile per la necessità di mettere d’accordo ben 41 comuni di tre province e due regioni. Un’impresa. Più percorribile, invece, secondo l’assessore, la strada indicata dalla Provincia attraverso il Piano territoriale, che prevede un sviluppo sostenibile, «superando la cronica separatezza fra la pianificazione di sviluppo sempre più invasiva e la tutela paesistico ambientale troppo spesso autonoma. Il Piano territoriale mira a portare elementi di qualità nei processi di trasformazione ed assume quindi la valenza di un progetto culturale di ampio respiro, che deve registrare la partecipazione non solo della Provincia, ma anche delle amministrazioni comunali e delle associazioni di categoria (albergatori, commercianti)». Una svolta di pianificazione, è un po’ questo il succo del discorso, che concentri ad esempio le aree industriali, che freni l’esplosione edilizia delle seconde case e il moltiplicarsi selvaggio delle strutture commerciali. Senza dimenticare le vie di comunicazione, ad esempio il discusso progetto dell’Alta Capacità ferroviaria che, secondo la Provincia, danneggia fortemente le coltivazioni del Lugana. Come ha assicurato l’assessore Gelmini, c’è però un impegno a risolvere il problema con una modifica del tracciato. La svolta avverrà con il cambio di competenze sull’approvazione dei piani regolatori dei comuni: saranno gli stessi enti locali a varare gli strumenti urbanistici, previa verifica della compatibilità con il Piano territoriale di coordinamento. La palla delle decisioni passerà dunque dalla Regione alla Provincia, sulla base del principio della devoluzione dei poteri, ma comunque all’interno di un’ottica di tutela e di sviluppo equilibrato del territorio.

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