sabato, Aprile 20, 2024
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Avviati i lavori di trasformazione della vecchia Casa di riposo fronte lago. Negozi e 27 alloggi, ma resta il nodo-parcheggio

Residenze nell’ex ricovero

Salò è diventato un cantiere a cielo aperto. Ex centro studi S.Orsola, ex cinema Fiamma, ex supermercato Soliani: tutti rasi al suolo per essere ricostruiti con destinazione residenziale. Per quanto riguarda il recupero dell’esistente, dopo il «Bellerive» (albergo), è partito l’intervento riguardante la vecchia Casa di riposo, a fianco dell’ospedale. La volumetria (14.997 metri cubi) sarà leggermente ridotta (alla fine diventerà di 13.120). La proprietà è dei gruppi Galeazzi e Lonati. Il progetto, firmato dall’architetto Gianfranco Schiavoni, cognato del sindaco Giampiero Cipani, prevede la costruzione di 782 metri quadri commerciali-direzionali (al piano terra) e di 27 appartamenti, situati al primo, al secondo e nel sottotetto. Varia la pezzatura: i più piccoli hanno una superficie di 47 mq., il più spazioso di 122 mq.. Alcuni hanno la terrazza, altri la loggia. Al tirar delle somme, i metri quadri residenziali saranno 2017. Non ci saranno innalzamenti. Due passaggi, attraverso i portoni esistenti, consentiranno ai pedoni di passare da piazza Bresciani al lungolago (e viceversa). Prima di ottenere il rilascio della concessione singola (il Prg non imponeva l’approvazione di alcun piano esecutivo), la società esecutrice, la Cib 95, ha sottoscritto un impegno unilaterale a reperire un parcheggio, in base alla normativa del Regolamento edilizio: un metro quadro ogni 20 metri cubi. A margine di un dibattito svoltosi recentemente al cinema teatro Cristal, è emerso che occorreranno almeno una trentina di posti-macchina. Al momento è in stato avanzato lo studio per la realizzazione dell’opera sotto piazza Bresciani, proprio lì di fronte. Si chiude così una storia ultracentenaria. Fu un prete, don Paolo Avrera, a gettare le basi per la costruzione del ricovero. Nell’ottobre 1831 il sacerdote lasciò i suoi beni (32.090 lire) per «ospitare e alimentare, in apposito locale, tanti miserabili vecchi maschi, impotenti al lavoro, o per età o per altri infortuni». L’inizio dell’attività, nel 1849, con cinque anziani, all’interno di una casetta vicino all’ospedale. L’anno dopo, don Adauto Bagatta donò due terreni, uno in località Massina, l’altro a Gardone, valutati 10.320 lire. Furono in tanti, successivamente, a dare una mano: Fidenzio Rotingo, appartenente a una delle famiglie più ricche e antiche, fece avere 61.666 lire; il fratello Andrea ben 198 mila, il lascito maggiore di tutta la storia; Gio.Maria Bonfamiglio un fabbricato in via S.Bernardino. Nel 1876 venne aggiunto il ricovero femminile, grazie al testamento di Francesca Leonardi, vedova Rini (29.059 lire). Acquistato un edificio confinante, l’architetto Antonio Tagliaferri progettò la nuova struttura, realizzata tra il 1892 e il ’94, la stessa venduta recentemente ai privati. «Qualora validi di forze, i vecchi accolti nel Pio luogo coltivano l’ortaglia. E, a titolo di incoraggiamento, ricevono una piccola remunerazione – si legge in una relazione di inizio secolo -. La direzione e il disbrigo dei servizi sono affidati alle suore Ancelle della carità. Due i medici, uno per il reparto maschile, l’altro per le donne». Non mancano le curiosità: la sistemazione del fabbricato danneggiato dal terremoto del 1901; la «sorveglianza speciale» degli anziani indisciplinati, che vengono privati del tabacco; il concorso pubblico per il posto di cappellano; la decisione di impagliare seggiole o di acquistare l’uva e vinificarla in proprio, un’attività considerata «valido antidoto contro le malinconie della vecchiaia». La Casa di riposo è stata acquistata per 12 miliardi e 50 milioni di vecchie lire dal costruttore Santo Galeazzi, conosciuto per avere costruito, tra l’altro, le «Rondinelle» a Roncadelle e, in città, il palazzo di via Orzinuovi che ospita la Camera di Commercio. Una realtà imprenditoriale con decine di miliardi di fatturato e centinaia di addetti. Aziende che spaziano dai lavori stradali alle fognature, dai gasdotti agli acquedotti, dall’edilizia tradizionale ai centri commerciali. Nell’autunno 2001 i centoventi anziani sono entrati nella nuova Residenza sanitaria assistita, in un edificio vicino agli impianti sportivi e alle scuole (elementari e materne), costato una ventina di miliardi, compresi gli arredi.

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