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Roma salva l’ospedale del Baldo

Anche il Consiglio di Stato sta con l’Amministrazione comunale per l’ospedale. Nella sfida a tutto campo con la Regione per la sopravvivenza dell’ospedale a dare ragione al Comune è arrivata, dopo quella del Tribunale amministrativo regionale (Tar), anche la sentenza d’appello assunta a Roma in sede giurisdizionale della quarta sezione del massimo organo della giustizia amministrativa. Il Consiglio di Stato, riconfermando quando aveva sentenziato il Tar nell’aprile del 2000, ha di fatto ritenuto infondato il ricorso in appello avanzato della Regione Veneto e lo ha quindi respinto ordinando che la decisione sia eseguita dall’autorità amministrativa. Si chiude così un ulteriore capitolo di una lunga e tribolata vertenza in difesa dell’ospedale caprinese, che la Regione e l’Ulss 20 avevano disposto di disattivare, trasformandolo in struttutra sociosanitaria con attività poliambulatoriale, potenziata nel periodo estivo. Per illustrare ai cittadini caprinesi e dei Comuni limitrofi il futuro della struttura ospedaliera, alla luce delle due sentenze favorevoli, l’amministrazione comunale ha indetto martedì alle 20.30 nella sala civica, un’assemblea pubblica con invitate autorità sanitarie, nonché rappresentanti istituzionali regionali, provinciali e locali. Verrà fatta la storia di questa sfida che aveva creato preoccupazioni e timori di ingloriosa fine dell’ospedale caprinese, con mobilitazione generale quando nel 1998 la Regione, nel programma di revisione del piano ospedaliero riproponeva la eliminazione di tutti i reparti, del pronto soccorso e la trasformazione dell’ospedale, situato al centro di una vasta zona montana, in «residenza sanitaria assistita». La risposta dell’amministrazione pubblica caprinese fu un ricorso al Tar dopo quelli inoltrati negli anni 1995 a 1996. Nell’aprile del 2000 la sentenza della prima corte del tribunale amministrativo che, unificati i tre ricorsi, accoglieva le istanze dell’amministrazione caprinese considerata «l’illegittimità, per tutta una serie di motivi, compreso il difetto di motivazione e di istruttoria, oltre alla illogicità e contradditorietà» giuridiche della scelta di disattivare l’ospedale. A questa sentenza proponeva appello la Regione con atto notificato il 31 maggio dello scorso anno al Consiglio di Stato. Nel ricorso l’appellante sosteneva la tesi che la «disattivazione dell’ospedale non dipendeva da mere ragioni politiche finanziare e di bilancio, ma rispondeva a esigenze di sicurezza legate all’ottimale sfruttamento delle capacità della struttura ospedaliera, non assicurata dall’ospedale caprinese». Appello ritenuto però infondato e quindi respinto dal Consiglio di Stato, in quanto il procedimento utilizzato dalla amministrazione regionale di sostituire le schede relative al piano socio sanitario in vigore, aggiornandolo con i nuovi obiettivi fissati, per quanto ispirato a lodevoli esigenze di celerità e di semplificazione del procedimento, «non può mai tramutarsi nell’attenuazione delle garanzie di difesa del cittadino e dell’ente esponenziale degli interessi della collettività stanziata sul suo territorio». In definitiva la conferma di quanto aveva correttamente sottolineato un anno prima il Tribunale amministrativo regionale che aveva ritenuto «illogica e contraddittoria» la decisione di disattivare l’ospedale caprinese in quanto non era stato tenuto conto delle «specificità geografiche e sociali del relativo bacino di utenza»

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