Lungo la riviera occidentale del lago di Garda, sui colli della Valtenesi che si affacciano al golfo di Salò, si trova San Felice del Benaco. Il paese prende il nome di un martire dei primi tempi della Chiesa, le cui reliquie si conservano, fin dal tardo Rinascimento, nella chiesa donata del monaco benedettino padre Angelo Moniga, nativo della località benacense. Dal punto di vista amministrativo San Felice dipende dalla Provincia di Brescia. Da quello religioso, invece, come molte altre località rivierasche appartiene alla diocesi di Verona. A circa 500 metri dal centro sorge l’antico santuario della Madonna del Carmine. L’edificio medioevale, ricco di tesori d’arte, è meta turistica e devozionale per molti visitatori. La chiesa, edificata nel 1452, fu consacrata a «Santa Maria delle Grazie» con un particolare riferimento al mistero dell’Annunciazione. Successivamente il santuario prese il nome di «Madonna del Carmine» per la presenza dei Carmelitani, i frati del monte Carmelo, che si impegnarono con grande zelo nell’attività religiosa e caritativa. La chiesa romanico-gotica deve la sua fama, più che alla sua architettura, agli affreschi dell’interno. I dipinti, grazie all’interessamento dei padri carmelitani, sono stati restaurati. Gli stessi religiosi, rientrati nel convento negli anni Cinquanta, li hanno riportati alla luce ripulendo l’intonaco, che nel Seicento, ai tempi della peste, li aveva ricoperti per tre secoli. Gli affreschi appartengono in gran parte al XV e XVI secolo e sono opera di artisti della scuola pittorica lombardo-veneta, con evidenti influssi del Mantegna, Foppa e Paolo Uccello. Altro particolare di rilievo riguarda i soggetti e le tematiche di questi affreschi. Non esistendo un filo logico artistico, religioso o biclico che li leghi fra loro, ed essendo ignoti gli autori, è da ritenere ragionevole che siano opera di vari artisti che si ispiravano alla grande pittura del Quattrocento. Alcuni sembrano degli «ex voto», altri raccontano la vita dei santi carmelitani, come Sant’Angelo, ucciso durante la predicazione a Licata in Sicilia, al ritorno da un viaggio a Gerusalemme. Gli affreschi sono incastonati nelle campate delle cappelle che impreziosivano la chiesa, i cui altari vennero asportati alla fine del Settecento. Fra queste ricordiamo quella della Natività, di Sant’Angelo, dei Santi Sebastiano e Rocco, della Mater Gratiae. Bellissimi affreschi ricoprono anche le pareti del presbiterio, l’abside e la sacrestia. Il santuario della Madonna del Carmine di San Felice si può definire un «gioiello artistico» del Benaco. Uno dei luoghi sacri più amati e visitati del lago di Garda.