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Salò, dieci puntate in tivù

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Lunedì 3 feb­braio inizier­an­no, sul lago, le riprese di Raiuno per una trasmis­sione di dieci pun­tate («Salò: da D’An­nun­zio alla Rsi»), che ver­rà man­da­ta in onda in pri­ma ser­a­ta, dopo l’es­tate. Tra immag­i­ni d’e­poca e tes­ti­mo­ni­anze dirette, rac­colte sul Gar­da, l’au­tore, Sil­vano Vinceti, e il reg­ista, Pao­lo Mon­te­si, rac­con­ter­an­no vita e curiosità del poeta (nelle prime cinque pun­tate) e i 600 giorni del­la Repub­bli­ca sociale ital­iana di Ben­i­to Mus­soli­ni (le suc­ces­sive cinque). Il sin­da­co di Salò, , asses­sore alla Cul­tura, ha annun­ci­a­to che la casa editrice Arman­do inten­derebbe pub­bli­care un libro di 160 pagine con una breve sto­ria fotografi­ca. «All’in­ter­no del vol­ume — ha spie­ga­to — dovrebbe essere ris­er­va­to uno spazio di rilie­vo al nos­tro comune, per illus­trare le final­ità del nuo­vo Cen­tro stu­di e doc­u­men­tazione. Ver­reb­bero poi inser­i­ti una serie di riquadri inti­to­lati ‘Le memo­ria orale’, con inter­viste sul peri­o­do del­la Rsi a per­son­ag­gi anco­ra viven­ti. Siamo ovvi­a­mente disponi­bili a rac­cogliere foto e doc­u­men­ti inedi­ti». A Salò le tele­camere potran­no sbiz­zarrir­si nelle inquad­ra­ture: la Casa del fas­cio, sul lun­go­la­go (a dis­po­sizione del­la guardia del Duce, agli ordi­ni del con­sole For­tu­na­to Albonet­ti), il munici­pio (sede del­la radio del Min­is­tero del­la cul­tura popo­lare), piaz­za Vit­to­ria, dove si tenevano sfi­late e cer­i­monie. Poi il Liceo, ex caser­ma degli (da lì partì il Quin­to Reg­g­i­men­to, battaglione Vestone, per la cam­pagna di Rus­sia), dopo l’8 set­tem­bre ’43 uti­liz­za­ta dal Cen­tro automezzi del­la mari­na; la vil­la del­l’in­dus­tri­ale valsab­bi­no Pasi­ni (a quei tem­pi res­i­den­za degli imp­ie­gati dei min­is­teri); vil­la Amadei, dal nome del­la sig­no­ra pro­pri­etaria del­la Tas­soni (dove c’era il Min.Cul.Pop, con Fer­di­nan­do Mez­za­so­ma e Gior­gio Almi­rante); il palaz­zo del­la , allo­ra usato per cus­todire gli archivi; l’ho­tel Lau­rin, in stile lib­er­ty, che accoglie­va la sede del min­is­tero degli Esteri (guida­to dal­lo stes­so Mus­soli­ni, ma affida­to al Sot­toseg­re­tario Ser­afi­no Maz­zoli­ni), e com­par­i­va spes­so nei film Luce, con la sua scala doppia ricur­va. Nelle ex scuole ele­men­tari di via Brunati l’A­gen­zia Ste­fani, pre­siedu­ta dal sen­a­tore Lui­gi Barzi­ni. Nel­l’ex col­le­gio civi­co il Coman­do del­la Guardia nazionale, che ave­va sos­ti­tu­ito l’Ar­ma dei . Nel­l’o­ra­to­rio maschile un rag­grup­pa­men­to delle Brigate Nere. In Fos­sa, nel­l’ex Palaz­zo Castagna, ora uti­liz­za­to dal­la , il Coman­do del­la Polizia, con a capo Tul­lio Tam­buri­ni. A Bar­bara­no e a Gar­done Riv­iera, con­siderati il vero cuore del­la «Repub­blichi­na», entr­eran­no nel­la luce dei riflet­tori il Rim­balzel­lo e vil­la Besana, dove abita­va Karl Wolff, coman­dante delle SS in Italia; il Savoy, chiam­a­to Savoia, trasfor­ma­to in ospedale mil­itare; il Grand Hotel (stes­so uti­liz­zo); vil­la Wim­mer, dove sog­gior­na­vano gli inter­preti; il Mon­te­bal­do, l’abitazione dei medici; vil­la Acquarone e il Gar­da Suisse (coman­do del­la Polizia mil­itare); vil­la Ruh­land (ambas­ci­a­ta giap­ponese); vil­la Alba (cen­tro trasmis­sioni mil­i­tari in Italia); vil­la Fiordal­iso (la res­i­den­za di Claret­ta Petac­ci); il Cas­inò, dove si tenevano gli spet­ta­coli per i sol­dati fer­i­ti; vil­la Bas­set­ti (ambas­ci­a­tore tedesco Rudolph Rahn). E poi le riprese dal Vit­to­ri­ale, con Gabriele D’An­nun­zio che vi rimase sino al giorno del­la morte, il 1 mar­zo 1938. Da lì, un’inevitabile occhi­a­ta all’, in ter­ri­to­rio di San Felice. Req­ui­si­ta dal Prefet­to Bar­bera (il doc­u­men­to por­ta il tim­bro del­la Wehrma­cht), fu mes­sa a dis­po­sizione di Vito Mus­soli­ni, nipote del Duce. Accoglie­va la seg­rete­ria polit­i­ca. Dopo la Lib­er­azione, nel palaz­zo del­l’iso­la, ora del­la famiglia Cavaz­za, si sta­bilì lo statu­nitense Lucian King Truscott jr., coman­dante del­la quin­ta arma­ta. Non mancher­an­no, ovvi­a­mente, le inquad­ra­ture di (nelle scuole ele­men­tari c’er­a­no gli uffi­ci di Her­bert Kap­pler, il «boia delle fos­se Ardea­tine», e il min­is­tero degli Interni, guida­to da Buf­fari­ni Gui­di, che abita­va nel­l’Is­ti­tu­to Cre­monese, sul lun­go­la­go; nel­l’ho­tel Gol­fo, invece, l’ap­pa­ra­to del Par­ti­to fascista, col seg­re­tario Alessan­dro Pavoli­ni, che risiede­va a Vil­la Cav­allero, ecc.), di Gargnano (vil­la Fel­trinel­li, Palzzzo Bet­toni, ecc.) e delle vec­chie gal­lerie sul­la 45 bis, usate come fab­briche spe­cial­iz­zate nel­la pro­duzione e riparazione di armi da guer­ra, motori di auto­mo­bili e di aereo. «Lo spe­ciale — affer­ma l’au­tore, Sil­vano Vinceti — sarà caden­za­to su due liv­el­li. Il pri­mo: una meti­colosa, pig­no­la espo­sizione di quegli even­ti. Il sec­on­do: un modesto ten­ta­ti­vo di inter­pretare D’An­nun­zio (il Vit­to­ri­ale rap­p­re­sen­ta un ridon­dante, esplo­si­vo, struggente e mal­in­con­i­co ten­ta­ti­vo di dare con­ti­nu­ità a se stes­si, sim­i­le alle pirami­di dei faraoni) e dei prin­ci­pali per­son­ag­gi del­la Rsi, che non vol­e­va far morire ide­ali, pas­sioni e sper­anze. Un viag­gio fra realtà e fan­ta­sia per fare emerg­ere sen­ti­men­ti, pas­sioni, desideri, aspet­ta­tive, pau­re e attese. Allo scopo di ripristinare una sor­ta di uman­ità del­l’e­sisten­za. Chissà che non si pos­sa dare un con­trib­u­to per­chè l’I­talia esca dal­la per­ver­sa log­i­ca di Guelfi e Ghi­belli­ni, recu­peran­do il nobile sen­so del­l’in­ter­esse gen­erale».

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