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San Felice vuole mezzo golfo

La «guerra del golfo» tra San Felice e Salò prosegue. Nessuno aveva mai dato un’occhiata alle carte possedute dal Demanio. Col passaggio ai singoli comuni dei compiti in materia di porti e passeggiate a lago, ci si è accorti dell’inghippo. «Abbiamo scoperto che i confini di Salò arrivano addirittura sulle nostre spiagge – ha detto il sindaco di San Felice, avvocato Ambrogio Florioli -. In teoria loro potrebbero reclamare i canoni dei posti barca di Portese e dei vari ormeggi. In pratica non succederà, ma la questione va risolta. L’assessore di Salò, Bernardo Berardinelli, si è detto disposto a concederci uno spazio d’acqua fino a cento metri oltre il molo. Noi ne vogliamo di più». Ma i cugini cosa rispondono? «Dalle mappe è emerso che noi arriviamo fin sulla spiaggia altrui – dice Berardinelli -. Siamo disposti a ritirarci, lasciando a San Felice una bella striscia d’acqua. Il che consente loro di incassare gli introiti delle concessioni, senza nessuna complicazione. Non ci sembra invece possibile stabilire il confine proprio a metà del golfo, che è largo 850 metri. Per il fatto che le autorizzazioni riguardanti le manifestazioni (spettacoli pirotecnici, gare di vela o di canottaggio, ecc.) ora vengono rilasciate dai singoli comuni. Se invece il percorso tocca acque territoriali diverse, occorre rivolgersi alla Provincia, con inevitabili lungaggini». Salò vuole insomma gestire il maggior spazio possibile. Il mese scorso Florioli è andato a bussare all’ex Casa della Magnifica Patria, allo scopo di far valere le sue ragioni. Ma ha ricevuto un diniego, ufficializzato con la seguente lettera: «La giunta municipale di Salò si è espressa unanimemente per concedere una fascia costiera di 100 metri, da calcolare sui pontili e i pennelli. Si può comunque notare che, in corrispondenza degli attracchi (Porticcioli, Portesina, il porto stesso di Portese) la profondità oscilla fra i 140 e i 214 metri. Tali dimensioni consentono al vostro comune una completa gestione delle aree demaniali di competenza. Circa la titolarità del golfo di Salò è stata recentemente ribadita dall’entrata in vigore della legge regionale n. 20 del 16 agosto 1994». Qualche sera fa l’argomento è stato dibattuto a San Felice, durante il consiglio comunale. Bortolo Avanzi, della minoranza (Polo), ha criticato l’atteggiamento della maggioranza (centrosinistra). «Avreste dovuto risolvere la questione in sede di censimento generale, al momento di firmare la documentazione Istat sulla delimitazione del territorio – ha detto -. In tale circostanza, infatti, si tracciano i nuovi confini. Bisognava impuntarsi in quell’occasione. Di solito la linea è fissata a metà di un golfo. Come succede con la sponda veronese e la nostra dirimpettaia Lazise. «Vorrei porre l’accento su alcuni aspetti: i tubi del nostro acquedotto pescano in profondità, sino a 200 metri di distanza dalla riva (e le pompe inviano le migliaia di litri nel serbatoio di Cisano); un vecchio uso civico ci consente di pescare fino a 160 metri; esistono varie sentenze dell’ex Pretore Riccardo Fuzio sulla legittimità delle multe date dai vigili urbani di San Felice in mezzo al golfo. «E ora che facciamo? Ci accontentiamo di avere una fascia di cento metri col rischio, magari, che in futuro ci dicano di spostare i tubi? I nostri nipoti potrebbero accusarci di avere svenduto parte del territorio, e di non aver fatto gli interessi del paese». Alla fine della discussione, è stato trovato l’accordo. Il Consiglio comunale ha accettato (all’unanimità) di partecipare alla gestione associata riguardante il rilascio delle concessioni demaniali extraportuali, e l’incasso dei canoni. Il sindaco Florioli dovrà però esperire tutte la azioni possibili, dalla prosecuzione dei colloqui amichevoli a un’eventuale causa, per indurre Salò a fissare la linea di confine a metà del golfo. Il braccio di ferro continua.

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