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Schiume: sciolte o inviate al depuratore

Poco ma sicuro: l’amministrazione comunale alla fine di questo mese porterà all’incontro con Provincia ed Enel sulle schiume nel lago una proposta d’intervento capace di risolvere in via definitiva il problema delle macchie viscide e giallastre che fuoriescono dalla centrale.Le schiume, secondo la proposta elaborata dall’architetto Donatini e trasmessa all’amministrazione comunale, dovranno sparire prima di finire nello specchio d’acqua davanti alla centrale. Per ottenere questo risultato si parte dalla prevista costruzione d’una soletta a sbalzo sul lago, tale da allargare d’una decina di metri lo spazio della passeggiata lungolago. Sotto la soletta è possibile intervenire in maniera efficace. Per tutta la larghezza dei 4 scarichi delle turbine verranno installati getti d’acqua ad alta pressione, che hanno due funzioni: quella di eliminare quanta più schiuma sarà possibile, sciogliendola, e quella di convogliarne la parte residua (un 20% secondo gli esperti) verso un cilindro di cemento armato del diametro di 9 metri, posizionato sotto la nuova passeggiata a fianco del canale di sbocco a lago del rio che precipita, in condizioni di grande piovosità, dalle pendici della Rocchetta. La demolizione della schiume con getti d’acqua a pressione, continuerà anche all’interno del cilindro, nella cui parte centrale verranno posizionate pompe a membrana che serviranno a convogliare in una condotta a lago, con sbocco in profondità, le acque dopo il trattamento e, attraverso un altro tubo, a spingere le schiume separate dall’acqua nella conduttura fognaria che corre lungo via Cis. Siccome le schiume non sono costituite da inquinanti, c’è totale compatibilità con il sistema dei depuratori: l’unica precauzione da adottare sarà quella di evitare che troppa acqua relativamente pulita finisca nelle condutture delle acque nere. Il motivo dello scarico in profondità è identico e inverso: siccome è impossibile evitare che un po’ di schiuma rimanga nella tubazione diretta a lago, è meglio liberarla molti metri sotto la superficie, in maniera che si dissolva prima di venire a galla. L’apparato sarà completato, sempre sotto la soletta e quindi del tutto invisibile dall’esterno, da una robusto sbarramento galleggiante capace di impedire sul serio che le macchie giallastre finiscano, anche in minima parte, nello specchio d’acqua davanti al porto. L’incontro fra le parti, provincia, comune ed Enel, annunciato per fine mese servirà ad accertare se la soluzione proposta dai rivani potrà andar bene anche all’Enel, o se l’ente proprietario della centrale (e responsabile in ultima analisi delle schiume) avrà elaborato una proposta egualmente efficiente e migliore. Nel caso che tutti siano d’accordo sarà possibile passare al confronto sui costi: la provincia ha già detto d’essere disposta a fare la sua parte.

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