Home Attualità Soccorsi, manca il telefono «Così è impossibile intervenire con tempes

Soccorsi, manca il telefono «Così è impossibile intervenire con tempes

Sanità e comunicazioni efficienti rappresentano le due facce di una stessa moneta che, nelle tasche del cittadino, ha un forte peso. Specie se si tratta di persone che vivono in località marginali, difficilmente raggiungibili da parte dei mezzi di soccorso costretti a percorrere chilometri per assistere un paziente. Due temi di cui si sta parlando in continuazione negli ultimi giorni. La sanità gardesana è tornata alla ribalta a causa dell’ipotizzato nuovo ospedale di Roè e della forse più concreta prospettiva della chiusura di quello di Santa Corona a Fasano. In proposito, una partecipata assemblea si è tenuta la settimana scorsa a Gardone Riviera. Della difficoltà di comunicazione, invece, ha parlato in termini perentori Ermes Venturini, sindaco di Magasa, giungendo a minacciare denunce a causa del mancato funzionamento del ripetitore Tim di Cima Rest. Sugli argomenti sanità e comunicazione dice la sua anche il medico che da un paio di anni lavora in una delle zone più disagiate della nostra provincia: Valvestino, Magasa e Capovalle. Pietro Giacomo Menolfi, oggi operativo in Valvestino, ha vissuto una lunga esperienza in Africa, continente del quale continua ad occuparsi e che, per certi versi, viene addirittura portato a paradossale e provocatorio paragone con l’attuale realtà che il medico sta seguendo, prodigando tutto il suo impegno. «Voglio parlare di sanità – dice -. L’argomento portato all’attenzione della stampa porta il lettore a sintonizzarsi immediatamente col canale “malasanità”, che è divenuto ormai un argomento di “malacomunicazione”. La parola “sanità” suscita, in chi la esercita ed in chi la usufruisce, dei sentimenti nobili di altruismo, di dedizione, di storie belle. Parlare di sanità significa anche parlare di professionalità, efficienza, prontezza. Uno dei criteri per valutare l’efficienza di un servizio sanitario è proprio la tempestività con cui viene effettuato l’intervento, vedasi ambulanze che fischiano e corrono, operatori 118 che si agitano e corrono». Ma, in Valvestino, come funzionano le cose? «In Valvestino la sanità ha tante belle caratteristiche, ma manca troppo spesso di una cosa fondamentale: le comunicazioni telefoniche. Ormai dovunque, anche in Paesi Africani, la telefonia mobile viene usata ed abusata, come un bene quasi banale. A Valvestino la telefonia mobile (unico operatore Tim) dovrebbe servire a garantire le comunicazioni essenziali, fra le quali quelle relative ai bisogni sanitari: comunicare col medico; chiamate per bisogni vari e per urgenze. Non è così». Il medico risolleva il problema dell’interruzione delle comunicazioni, già denunciato dal sindaco di Magasa, Ermes Venturini, e riportato da Bresciaoggi il 23 agosto: «Troppo spesso e troppo a lungo si verificano interruzioni di uno, due, perfino dieci giorni. Ho segnalato alle varie autorità (118, Comunità Montana, Sindaci, Asl); ho segnalato alla direzione Tim; oltretutto invito chiunque a sperimentare l’irritazione causata dalle attese estenuanti del servizio assistenza Tim. Sarebbe ora di porre rimedio, come sarebbe ora di porre rimedio anche all’assenza di rete per ben 10 Km lungo il tragitto che affianca la diga sulla strada che porta a Valvestino da Gargnano. Qualunque cosa succeda in quel tratto, sono dispiaceri per tutti. E noi medici percorriamo quella strada anche di notte per il servizio notturno. Vorremmo che le telefonie mobili buttassero meno denaro in pubblicità demenziali ed investissero in potenziamento dei servizi, il che sarebbe la migliore pubblicità; proponiamo un servizio di comunicazioni alternativo alla telefonia mobile (ad esempio con sistema satellitare) perché la gente dell’altopiano sia veramente tutelata nel proprio diritto ad avere servizi sanitari efficienti».

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