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Strade senza nome, un labirinto

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A Pacen­go stan­no ulti­man­do di dare un nome alle vie, con tan­to di targhe nuove di zec­ca. E qualche tar­ga è pronta anche per la frazione di Colà, fer­ma nei mag­a­zz­i­ni del Comune in atte­sa che gli addet­ti la appongano sul muro gius­to. Ma per il resto delle aree di nuo­va edi­fi­cazione di Lazise, in atte­sa di ved­er com­ple­ta­ta la topono­mas­ti­ca ormai da qualche anno, il prob­le­ma sus­siste. Quartieri come Zap­po, Paiari, Barum, Pra Leor, sono come il tan­to famoso quartiere Bronx degli Sta­ti Uni­ti. Qui come in Amer­i­ca, infat­ti, non ci sono vie, tra­verse, slarghi con un nome, con una iden­ti­fi­cazione topono­mas­ti­ca. Tut­to è las­ci­a­to al caso, alla gener­i­ca denom­i­nazione di local­ità o di sito. Insom­ma, un vero labir­in­to. Così per rag­giun­gere una famiglia, un conoscente, un ami­co, un cit­tadi­no di Lazise, occorre conoscere a mena­di­to la zona, oppure affi­dar­si ad un res­i­dente. Non un res­i­dente qualunque, o giun­to a Lazise da altri comu­ni da poco tem­po; occorre avere a dis­po­sizione un orginario, una per­sona che conosce a mena­di­to e fin dal­la nasci­ta le mappe mil­i­tari del paese. Non è uno scher­zo, ma la pura ver­ità. La sfi­da è aper­ta a chi­unque. Iden­ti­fi­care una abitazione ai Pairi piut­tosto che allo Zap­po è una vera impre­sa. E sì che la topono­mas­ti­ca, almeno a liv­el­lo bura­crati­co, è sta­ta real­iz­za­ta: in ammin­is­trazione ogni nuo­va via ha il pro­prio nome, come è logi­co che sia. Da anni, infat­ti, il Comune ha «dato il nome» a numerose vie del­la per­ife­ria e delle nuove aree urbane. Ma solo la frazione di Pacen­go e parte di Colà han­no avu­to la for­tu­na di pot­er vedere col­lo­cate le nuove tabelle iden­ti­fica­tive. Il resto è tut­to bloc­ca­to, anche se adesso qual­cosa si è mes­so in moto gra­zie alla recente instal­lazione di un uffi­cio topono­mas­ti­ca con un addet­to, che ha il com­pi­to anche di sta­bilire i numeri civi­ci. Dal momen­to che l’am­min­is­trazione di Luca Sebas­tiano ormai ha i giorni con­tati, e che chi suben­tr­erà dopo il voto ammin­is­tra­ti­vo di pri­mav­era avrà inizial­mente prob­le­mi più imme­diati da risol­vere, il ris­chio tut­tavia è che quel 40 per cen­to di vie anco­ra pri­vo di una tabel­la con nome riman­ga irri­conosci­bile ai più anco­ra per un bel pez­zo, sal­vo che per qualche inter­ven­to da te real­iz­za­to dagli abi­tan­ti. In un paese tur­is­ti­co, di richi­amo inter­nazionale, ques­ta situ­azione non è cer­to un otti­mo bigli­et­to da visi­ta, ma sem­mai una nota sto­na­ta fra tan­ta bellez­za. Quel­lo che più rin­cresce è il fat­to che molte tabelle metal­liche con impres­so il nome delle vie sono gia­cen­ti da tem­po nei mag­a­zz­i­ni comu­nali, sen­za che qual­cuno spin­ga sul­l’ac­cel­er­a­tore per far­le appen­dere al pos­to gius­to.

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