Il presepe subacqueo sul fondo del Canale di Mezzo, tra il municipio e la palazzina storica, deve pagare 130 euro di occupazione area demaniale, addebitate dalla Regione al Comune con una lettera giunta in municipio dalla segreteria regionale alle infrastrutture e mobilità, servizio ispettorato di porto. Protesta il sindaco Umberto Chincarini: «È una vergogna assoluta. Quando ho visto la lettera sono sobbalzato sulla sedia. Con che coraggio la Regione fa pagare il presepio? Lasciando da parte la notevole valenza per gli aspetti religiosi e l’impegno che hanno profuso i volontari del Sub Club di Peschiera per l’allestimento del presepe subacqueo, che è bellissimo ed è stato ripreso anche dalle telecamere della televisione tedesca, qua si arriva al limite del cinismo amministrativo».La tassa regionale colpisce un presepio davvero speciale, che da 25 anni il giorno di San Martino viene allestito sott’acqua nell’area centrale del paese. Anche quest’anno, la vigilia di Natale, il Bambin Gesù è stato adagiato sul fondo da un subacqueo volontario. Si legge nella lettera dell’ispettorato regionale di porto, indirizzata al Sub Club Peschiera, al sindaco, al comando compagnia dei carabinieri ne alla questura: «In risposta alla richiesta di occupazione spazio acqueo demaniale di competenza regionale per il posizionamento di un presepe subaqueo con sagome metalliche raffiguranti la natività, si devono versare 65 euro per le spese di istruttoria e 65 euro per l’occupazione di area demaniale regionale».L’episodio (vedi articolo qui sotto) si lega al trasferimento dalla Regione ai Comuni della gestione dei porti e delle aree extraportuali (tratti di lungolago e zone demaniali limitrofe ai porti). Per il loro utilizzo durante le manifestazioni i Comuni devono chiedere autorizzazione alla Regione e pagare l’occupazione dello spazio; con questa filosofia è stata applicata la tassa anche al presepio di Peschiera.Protesta Chincarini: «La Regione ci chiede di pagare per il presepio, allora io chiedo loro come mai ci sono tre ville bellissime con tanto di giardino, sul lungolago Garibaldi, di proprietà della Regione, che un tempo servivano come alloggi di servizio di funzionari del Genio civile e ora sono abitate da dipendenti regionali senza finalità particolari; sono case per le quali la Regione non versa una lira di Ici al Comune. Il rapporto tra Regione e Comuni è tutto da rivedere. Questo fatto avviene alla vigilia di una delibera di giunta regionale importante per il trasferimento delle competenze per la gestione dei porti e delle aree extraportuali, con proposte che sono solo tecniche e non entrano nella realtà delle cose e senza prospettiva politica».