domenica, Ottobre 5, 2025
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Da Luigi Lucchini al Alberto Folonari, tutti d’accordo alla conferenza per il cinquantesimo dell’Itc «Bazoli»

Riflessioni sul lavoro:il mercato chiede studenti dinamici

Economia, mercato globale e professioni sono stati al centro di una conferenza che si è svolta a Palazzo Todeschini a conclusione del primo ciclo di iniziative promosse dall’assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione di Desenzano per festeggiare il mezzo secolo di vita dell’Itc «Bazoli». Davanti a un publico composto da numerosi ex allievi e da una classe quinta dell’istituto, sono intervenuti il presidente della Fondazione Lucchini, Luigi Lucchini, il presidente della Fondazione Cab Alberto Folonari e il preside della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Brescia, Giancarlo Provasi. L’obiettivo era tentare di descrivere l’evoluzione e le nuove prospettive per le imprese e per i giovani del terzo millennio e dell’Europa. Ad aprire il dibattito il cavalier Luigi Lucchini, ex presidente di Confindustria, che ha tracciato lucidamente, basandosi sulla sua esperienza di «uomo votato al fare», la mutazione della nostra società nella seconda metà del ‘900. Dalle sue parole è emersa, in sintesi, la constatazione del passaggio da una sfida professionale che poteva essere assolta senza esserne sopraffatti, superando semplicemente l’iniziale difficoltà di tradurre in pratica lavorativa le proprie conoscenze teoriche e astratte, a una situazione che esige invece un costante aggiornamento, non distinguendo più una prima fase di acquisizione di cognizioni da una successiva più propriamente lavorativa. La vita del lavoratore è in tal modo più dinamica, a discapito però di una strutturazione non più stabile e riconoscibile, come avveniva in passato. Il ruolo della scuola è, per Lucchini, fondamentale; essa deve garantire una solida istruzione uguale per tutti, risolvendo le inevitabili diseguaglianze che il mercato economico genera, mentre l’istituzione privata può avvalersi di una maggiore duttilità. Il discorso di Folonari ha invece preso le mosse da una riflessione dello storico greco Polibio il quale constatava, nelle sue Storie, gli effetti della «globalizzazione» sui territori soggetti all’autorità di Roma. Oggi come allora non c’è possibilità di scelta, è necessario perciò – nell’opinione di Folonari – stabilire «accorgimenti che evitino turbolenze e danni» ai protagonisti del mercato globale. In un mondo che pretende la flessibilità dei suoi lavoratori, Folonari assicura – citando l’esempio della Lloyd Consulting, entusiasta dei suoi dipendenti italiani – l’efficacia della scuola italiana in grado di preparare individui capaci di adattarsi più facilmente, grazie a una solida cultura generale, alle richieste delle imprese. Provasi ha sapientemente tracciato i contorni di quella che ha definito una «difficoltà oggettiva». La società odierna, non mette in discussione i valori ereditati dal passato, ma si trova costretta al non facile compito di doverli declinare con modalità diverse, adeguandoli alla nuova situazione. Ai suoi studenti universitari riconosce una maggior maturità cui si accompagna però anche una crescente fragilità, dovuta alle incertezze del futuro. Non è più possibile accontentarsi di una formazione di base generica, pensare di iniziare la pratica solo dopo la conclusione degli studi, o fare carriera in un’unica azienda seguendo una gerarchia prestabilita. Oggi i rapporti di lavoro rientrano per lo più nella categoria non-standard; ai neoassunti è richiesta la capacità di apprendere costantemente; i progressi nella propria professione si conquistano sempre più in aziende diverse e spesso a seguito di continui spostamenti. Ai giovani non solo è prospettata la necessità di lavorare in imprese diverse, ma anche di mutare, nel corso degli anni la natura del proprio impiego; contrariamente al passato ora, anche chi ricopre ruoli ai livelli più bassi è costretto ad assumersi responsabilità di un certo peso. Tutto questo, se da un lato offre a chi sappia farsi imprenditore di se stesso la possibilità di esprimere tutte le proprie potenzialità, dall’altro intacca un’etica del lavoro che non ha saputo restare al passo coi tempi. Anni fa il lavoro era vissuto – per l’impiegato che sapeva identificarsi con gli ideali della azienda cui apparteneva – come occasione di crescita e prestigio; oggi si assiste al prevalere di un’etica strumentale, che assegna al lavoro esclusivamente il compito di procurare il denaro da spendere nel tempo «altro». La proposta di Provasi è di gettare le premesse perché nasca invece un’etica di autorealizzazione che permetta agli individui di costruirsi col proprio lavoro un percorso di vita personale. A chiusura le pacate parole dell’assessore provinciale Mauro Parolini hanno riportato l’attenzione sull’importanza ricoperta dalla scuola purché sia capace di formare, accanto a futuri lavoratori, anche individui che sappiano coltivare la cultura della comunità cui appartengono, evitando che la globalizzazione abbia tra i suoi effetti negativi una spersonalizzazione della società. E’ obbligo della scuola ricoprire un ruolo pubblico e come tale essere aperta a tutti, offrendo a tutti le medesime possibilità, tuttavia – ha detto Parolini – è possibile pensare ad una gestione privata che non ignori i rapporti con aziende e imprese locali. La seconda fase delle manifestazioni bazoliane sarà rivolta specialmente agli studenti e agli ex allievi. Per informazioni consultare il sito web dell’Itc all’indirizzo http://www.onde.net/scuole/bazoli/inizio.htm

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