Andrea de Lutti rilancia il problema dell’indisciplina dei ciclsti che sembrano godere d’una speciale impunità. «Le biciclette vanno sui marciapiedi incrociando pericolosamente i pedoni, si infilano nelle gallerie, in particolare fra Riva e Torbole, senza la minima segnalazione luminosa. E così anche gli automobilisti si trovano in difficoltà e vengono costretti a destreggiarsi fra carovane di ciclisti che occupano la strada, e quello che è peggio devono affrontare anche la loro arroganza e soprattutto maleducazione sia civile che stradale vedendosi fare dietro gestacci quando gli si passa a fianco. Il problema, come ripeto, era già stato sollevato e come ben noto, esistendo una pista ciclopedonale, il divieto di passare sulla strada frequentata dal traffico è implicito. Adesso vorrei capire se effettivamente il problema deve continuare a persistere (frequenti sono le mie liti con ciclisti più che maleducati) e se anche le forze pubbliche intendono agire per il controllo delle due ruote». Alla segnalazione del problema, un anno fa, la risposta era stata che li avrebbero inviati a deviare sulla pista a loro riservata, ma sono parole al vento. Conclusione: la protesta non deve rimanere isolata, ed i ciclisti, che conoscono l’esistenza della ciclabile ed i pericoli della strada, soprattutto della Gardesana, dovrebbero usare il loro buon senso.
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Invadenti e maleducati troppi ciclisti
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