Il Sarca gonfio di acqua color caffelatte e le strade sporche di voluminosi ciuffi di aghi e foglie cadute dagli alberi energicamente spazzolati dal vento, ieri mattina erano i segni più vistosi del passaggio del fortunale che l’altra sera ha colpito la nostra zona. Questo a Dro, Arco e Riva, perché a Torbole, di cui parliamo ampiamente sopra, i danni, e ingenti, ci sono stati per davvero.Il fiume mercoledì notte si è ingrossato velocemente. Nel suo alveo è convogliata l’enorme quantità di pioggia che si è scaricata in poche ore e che il terreno, aridissimo a causa della prolungata siccità, non è riuscito ad assorbire con altrettanta rapidità. Con la sua portata eccezionale e portentosa, il Sarca ha ripulito le sponde da ogni genere di rifiuto e materiale che vi si era depositato prima e durante il nubifragio, portandolo con sè verso il lago. Questa volta, però, la massa di detriti non si è dispersa nel Garda: i vigili del fuoco di Riva e Torbole sono riusciti a bloccarla alle foci prima che prendesse il largo e mettesse a repentaglio la sicurezza dei natanti. Come sempre quando il Sarca va in piena, porta a valle anche grossi tronchi e rami di piante sradicate o spezzate, che galleggiando a pelo d’acqua possono anche non essere avvistati in tempo per evitarli. Comunque questo pericolo è scongiurato. Una rete robusta nell’ansa della Baia Azzurra forma una sicura barriera. Oggi i volontari si occuperanno di toglierli di mezzo e di ripulire la foce, a scanso di nuove ondate di maltempo.Tra le vittime del vento ci sono due barche parcheggiate in secca alla Fraglia della Vela. Sia l’Ufo 22 dell’ingegner Gianni Debiasi sia il J24 di Paolo Matteotti erano sul carrello e si sono rovesciate.Altri problemi il fortunale di mercoledì non ne ha dati. In Valle di Ledro, come del resto un po’ ovunque, si segnala qualche alberello divelto. Ad Arco qui e là sono cadute dai vecchi tetti in dissesto tegole già in equilibrio precario, ma senza causare danni a persone o cose. Negli orti, nei giardini, su terrazze e balconi il vento ha certamente lasciato il segno, ribaltando graticci e vasi, ma rispetto a ciò che ha combinato in Francia, Lombardia e Piemonte, non c’è proprio motivo di lamentarsi. Anche per quanto riguarda le conseguenze nelle campagne il Basso Sarca può ritenersi fortunato. Le uniche coltivazioni ad averne risentito in misura modesta (sempre considerando che altrove, come in Valle di Non, il maltempo ha fatto guai grossi) sono quelle di mele (ne parliamo nell’articolo a fianco), mentre nei vigneti, dove la vendemmia sta ormai per concludersi, non si registra nulla di grave.
Portati dal Sarca in piena verso il Garda
IL GIORNO DOPO Barche rovesciate alla Fraglia
Barriera per i detrit
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