Il metrò? Va fatto, a patto che arrivi almeno fino all’aeroporto di Montichiari. «E per questo bisogna votare sì al referendum a patto che il progetto assuma un respiro provinciale». Queste le principali indicazioni scaturite dal convegno intercomunale di ieri mattina al Centro Fiera di Montichiari, seguito da un pubblico numeroso, con una buona presenza di amministratori dei comuni interessati. Il pubblico ha contribuito al dibattito con interventi non sempre in accordo con la maggioranza. Del resto l’argomento si prestava a tante interpretazioni: sempre attualissimo è il tema sul trasporto pubblico e privato, sul futuro del quale pendono il progetto della metropolitana leggera di Brescia e il risultato di un referendum che chiederà il parere dei residenti nella città di Brescia. Il convegno, organizzato dall’associazione culturale «Libertà @ progresso», aveva un titolo indicativo: «Una croce sul metrò». Anche la scelta del luogo, la sala convegni del Centro Fiera di Montichiari, non è stata casuale, «perchè proprio qui davanti – è stato detto – potrebbe sorgere una stazione del metrò». Due membri dell’associazione, il presidente Angelo Piovanelli e il monteclarense Renato Ferrari, hanno coordinato i lavori, introducendo il tema con il chiaro messaggio che «il metrò si dovrebbe configurare come una croce che, dalla Valtrompia, attraversi la città per arrivare nella Bassa orientale a Montichiari e, da ovest, partendo dalla Franciacorta, attraversa la città per raggiungere le zone della Valtenesi». Per affrontare e approfondire le possibilità di questa loro idea sono stati chiamati a portare il proprio contributo l’ingegner Giorgio Schiffer, responsabile del settore trasporti dell’Asm, ed Enzo Cibaldi, industriale e consigliere di Forza Italia al comune di Brescia. Era previsto la presenza del presidente della Provincia, Alberto Cavalli, ma l’imprevisto prolungamento di una riunione del Consiglio ha impedito a lui e all’assessore Vigilio Bettinsoli, responsabile per i trasporti, di essere presenti. Il coinvolgimento della Provincia nella questione del metrò è sempre stato in primo piano nelle relazioni e nel dibattito, fino a chiedere che il presidente Cavalli si faccia «garante della dimensione territoriale provinciale, non solo per la tratta che va verso la Valtrompia, ma che tenga conto dell’ineluttabilità del percorso verso la Bassa orientale». È stato proposto un accordo di programma tra i rappresentanti della Provincia, i comuni di Brescia, S. Zeno, Borgosatollo, Castenedolo, Montichiari, Ghedi, Calcinato e Lonato. Due le ipotesi che «Libertà @ Progresso» formulano per il collegamento con la Bassa orientale: un metrobus che da S. Zeno, passando per Borgosatollo e Castenedolo, si colleghi a Montichiari; o un passante ferroviario che, utilizzando la linea ferroviaria Brescia-Parma all’altezza di Ghedi, colleghi Montichiari, congiungendosi all’interporto (Rezzato e Lonato) sulla Brescia-Venezia. Le caratteristiche dell’attuale progetto, riguardante la città e il collegamento con Concesio, sono state ben spiegate dall’ingegner Schiffer: 18 chilometri di linea, 31 stazioni (8 sotterranee), riorganizzazione di tutto il sistema dei trasporti, sette anni di lavoro per il completamento. Ma il 31 marzo dello scorso anno il Comune di Brescia, la Provincia e la Regione avevano sottoscritto un protocollo di accordo sulle future estensioni fino a Gardone Valtrompia e Montichiari e sulla riorganizzazione complessiva del trasporto pubblico nell’area metropolitana bresciana, che coinvolge il capoluogo e 41 comuni dell’hinterland: «Una via da percorrere con chiarezza d’intenti, senza ulteriori perdite di tempo, coinvolgendo tutti i comuni interessati», ha concluso il consigliere Enzo Cibaldi.
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«Indispensabile che la linea tocchi la Bassa orientale»
«Il metrò deve passare da qui»
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