venerdì, Dicembre 26, 2025
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Prima e dopo le elezioni si presentano i libri di Gaggia e Vedovelli sull’antica consorteria e gli antichi disegni della pesca di Gianfilippi

La Corporazione degli originari va al voto

Magari non ne sono del tutto consapevoli, ma i loro nomi sono destinati a entrare nella storia, almeno quella che si usa definire «locale». Sono le prime donne a candidarsi per il consiglio della Corporazione degli antichi originari. Si chiamano Camilla Monese e Stefania Pasotti. Ci sono voluti cinque secoli e mezzo perché le «originarie» potessero aver il voto nel sodalizio che custodisce gelosamente i diritti di pesca acquisiti nel lontano 1452. Se Camilla e Stefania usciranno elette non lo sappiamo, ma la loro candidatura ha rotto un incantesimo che durava da più di mezzo millennio. E non è escluso che altre candidature femminili possano emergere all’ultimo momento. La vicina della Corporazione, ossia il gran consiglio, si svolge oggi, sotto il tendone ristorante allestito sul lungolago di Garda per il Natale tra gli olivi. Un appuntamento importante, e non solo perché si rinnova il consiglio e si da finalmente il voto alle donne. Ma anche per una serie di eventuali culturali. Si comincia alle 11 con la presentazione di un volumetto scritto da Fabio Gaggia, vicesindaco, ma anche presidente della Corporazione e storico di ottimo spessore. Il titolo sembra un gioco di parole: «Alle origini della Corporazione degli antichi originari». Contiene il censimento degli abitanti di Garda nel 1448, quattro anni prima cioè, che venissero acquisiti i diritti di pesca sulla «Peschiera del Vò». Vi vengono elencate 263 persone. Qualcuno, scorrendo quell’elenco, resterà deluso: non ci sono i cognomi delle attuali famiglie «originarie». Ma all’epoca i cognomi non esistevano proprio (l’avevano solo alcune famiglie nobiliari), «per cui », scrive Gaggia ,« è praticamente impossibile sapere se quelli furono veramente gli antenati delle famiglie che in tempi successivi, fino ai nostri giorni, fanno parte della Corporazione». «Gli originari d’oggidì? Sono i Boccali, i Crescini, i Dall’Agnola, i Fasoli, i Gaggia, i Maffezzoli, i Malfer, i Monese, i Pasotti, i Ragnolini, i Simonelli e i Tondini. Provate a scorrere l’elenco del telefono: alcuni di questi cognomi sono diffusissimi». La presentazione del libretto di Gaggia non è l’unico momento culturale della giornata. Nel pomeriggio, alle 15, Giorgio Vedovelli illustra un altro volume: «Le tavole della pesca», che contiene la riproduzione di una serie di splendidi disegni antichi del Gianfilippi dedicati alle reti e agli attrezzi da pesca in uso sul Benaco. Non è finita. C’è anche la presentazione di una videocassetta. S’intitola «Pescatori» ed è stata prodotta da Gianluigi Miele. E le votazioni? Quelle si svolgono a partire da mezzogiorno. Ci sono da eleggere i quindici membri del consiglio generale, che dura in carica sette anni. I consiglieri attuali si ricandidano tutti, fatta eccezione per il professor Nereo Maffezzoli, nominato presidente emerito della Corporazione. Il consiglio designerà poi la banca degli originari, che è un po’ la giunta del sodalizio: ne fanno attualmente parte Fabio Gaggia, Gigi Monese, che è il segretario (ruolo che in una società privata equivarrebbe all’amministratore delegato) ed Ettorino Malfer, uno dei più noti pescatori e vogatori del lago. E mentre si vota, si mangia anche. La Cooperativa fra pescatori di Garda servirà a ritmo continuo per tutta la giornata pesce in salsa. Angelo Peretti

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