martedì, Giugno 17, 2025
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Giuseppe Rama continua ad ampliare la collezione del museo della grande guerra a forte Wohlgemuh. Presto in mostra decine di decorazioni realizzate in stoffa, plastica e metallo

La moda militare tra nappe e mostrine

In arrivo nuovi cimeli militari al museo della Grande Guerra, allestito in cinque sale della batteria alta di forte Wohlgemuh. Non si ferma infatti il lavoro di Giuseppe Rama, appassionato di storia nazionale e di montagna, nemmeno dopo la perdita improvvisa del figlio Walter lo scorso anno. Anzi, proprio in memoria del figlio che con lui condivideva la grande passione per i reperti bellici e militari e che volle contribuire alla creazione del museo di Rivoli (a lui sarà intitolato a breve per volontà unanime dell’amministrazione), il signor Rama continua instancabile la sua missione. In questi ultimi mesi ha raccolto, con il contributo di vari comandi e persone dell’esercito, nuovo materiale da esporre nelle sale del museo, in particolare una ricca collezione di mostrine, nappine, scudetti, fasce, stellette, bottoni e addobbi vari per le divise militari, dal 1947 fino ad anni più recenti. Decine e decine di decorazioni militari realizzate in vario modo, dalla stoffa alla plastica, dalla filigrana d’oro al metallo smaltato e colorato, a testimoniare il passare delle epoche e delle mode militari, ognuna con gli stemmi caratteristici dei vari corpi, dalla fanteria all’artiglieria, dal genio ai carabinieri, fino agli allievi ufficiali dell’accademia militare di Modena o ai granatieri di Sardegna. «Dal 1947 in poi si è passati dalla stoffa ricamata con filo dorato al panno misto alla plastica, per arrivare infine alla sola plastica e al metallo», ha spiegato Giuseppe Rama. «Ognuno di questi stemmi, ognuna di queste mostrine parla non solo di una divisa, ma racconta una storia umana, racchiude un passato che non deve essere dimenticato, ma ricordato e rispettato. Si tratta di materiale molto bello, per il cui reperimento ringrazio quanti mi hanno aiutato, senza dimenticare la dottoressa Paola Marini, direttrice dei musei e gallerie d’arte del comune di Verona, e i suoi collaboratori, che mi hanno procurato gli espositori». Mostrine, stelle e bottoni, anche se di epoca non strettamente legata al primo conflitto mondiale, andranno ad aggiungersi a quanto si trova già esposto al museo: proiettili, bombe a mano, fucili, baionette ed elmetti, barattoli, forchette, fibbie di pantaloni, fotografie in ceramica, guanti e tute mimetiche, tutti raccolti da Rama sui campi di battaglia, in montagna, nei boschi o nelle pietraie d’alta quota in lunghi anni di escursioni e ricerche. E inoltre ci sarà anche un nuovo cimelio, un pezzo unico ritrovato da poco, che però Rama non vuole svelare: «Sarà una sorpresa per tutti coloro che nei prossimi mesi vorranno visitare il museo». «Ogni oggetto racchiude in sé una storia», prosegue, «tutti i cimeli esposti al museo devono suscitare emozioni, dal momento che testimoniano il vissuto di tante persone che fecero il loro dovere con umiltà e magari pagando con la vita. Il mio intento principale, infatti, era quello di creare un luogo di conoscenza, memoria e rispetto, senza retorica né curiosità fine a se stessa, ed è questo lo spirito che spero accompagni l’intera esposizione». Tutto il nuovo materiale raccolto dal signor Rama ora ha bisogno di essere portato al forte e di venir riordinato all’interno delle sale. «Non riuscirò da solo a sistemare tutto», ha concluso Rama, «e faccio un appello all’amministrazione rivolese, affinché si attivi a favore della mostra permanente e della sua continua crescita. Sarebbe davvero un peccato avere così tante cose nuove da esporre e non riuscire a farlo per mancanza di aiuto o spazio».

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