E’ un sorriso a denti stretti quello che suscita la lettura dei flussi turistici nel Bresciano nel 2005. Ma è comunque un sorriso. Dopo 4 anni di costante e lenta decrescita nella scelta delle bellezze paesaggistiche e artistiche bresciane come meta vacanziera di italiani e stranieri, il 2005 fa registrare un piccola ripresa: hotel, camping e bed&breakfast bresciani hanno registrato 60mila presenze in più rispetto al 2004 (7 milioni 411mila nel 2005 contro i 7milioni 351mila del 2004). Un +0,82% che fa tirare breve sospiro di sollievo solamente agli operatori turistici di Garda e Iseo-Franciacorta. Sì, perchè è solo grazie a queste due aree geografiche, che l’ufficio promozione e statistica dell’assessorato al Turismo della Provincia di Brescia può apporre un segno positivo all’approfondito bilancio annuale. Il resto della provincia riporta dati preoccupanti: il turismo vacanziero e d’affari crolla in Valletrompia (-18,47%) così come nella nella Bassa (-15,24%) e in Vallecamonica (-7,33). Diminuzione contenuta dei turisti anche in Vallesabbia (-3,10%) e a Brescia e hinterland (-2,98%). Due dati confortanti. Uno è segno dell’ottimismo che regna tra gli operatori del settore: i posti letto nelle strutture alberghiere ed extralberghiere della provincia sono aumentate in un anno di 1400 unità. L’altro è il bilancio di un decennio: le presenze turistiche sono aumentate dell’11,41%: aumentati solo gli stranieri (3milioni e 486mila nel 1996 contro gli attuali 4milioni e 350mila) mentre diminuiscono gli italiani (3milioni e 166mila nel 1996 contro gli attuali 3milioni e 61mila). GARDA. Resta la meta più ambita del Bresciano. L’arrivo di 1 milione e 22mila turisti (+2,73% sul 2004) ha fatto registrare 5milioni e 202 mila presenze (ovvero i pernottamenti in strutture alberghiere ed extralberghiere): 144mila in più rispetto al 2004. Sono sempre i tedeschi i maggiori frequentatori della riviera Gardesana, anche se il loro numero è in leggera flessione: 1 milione e 747 mila presenze nel 2005 (-0,79% rispetto al 2004). Si dimezza il numero dei portoghesi (17mila presenze), in forte calo anche americani (38mila, -14% sul 2004), israeliani (34mila, -11%), ungheresi (9mila, un -15%) e giapponesi (circa 3mila, -13%). Aumenta notevolemente la presenza di norvegesi (+58%), irlandesi (+46%), danesi (+12,5%), e russi (++23%), mentre rimane ancora poco significativo il radoppio dei cinesi (quest’anno 2500 presenze). Se il turismo gardesano parla prevalentemente straniero (69% del totale delle presenze), aumenta anche il numero di italiani. Davvero singolare l’aumento vertiginoso dei bolzanini (+138%) e dei trentini (+13%) un dato che non trova euguali in tutto il resto della provincia. ISEO E FRANCIACORTA. La formula della vacanza «balneare» abbinata a quella enogastronomica in voga in Franciacorta, è risultata vincente (ben 680mila presenze con un +3,44% sul 2004). Se il Garda parla straniero il Sebino parla italiano, visto che il 63% dei turisti sono nostri connazionali, soprattutto lombardi. Tra i turisti d’oltralpe i tedeschi restano al primo posto negli arrivi ma vengono battuti dai danesi nelle presenze (+5,38% rispetto al 2004). VALLECAMONICA. Preoccupa il drastico calo del turismo camuno (701mila presenze, -7,33% sul 2004). Se gli stranieri disertano gli alberghi (-8%) gli italiani fuggono dalle strutture extralberghiere (-24% sul 2004), anche se restano i maggiori frequentatori della valle (82% delle presenze). L’ufficio turismo dell’assessorato provinciale imputa questo preoccupante calo alla «pesante diminuzione di circa 300 posti nelle strutture alberghiere per scelte imprenditoriali». VALTROMPIA. Sono lontani i tempi d’oro del turismo anni Cinquanta imboccato dalle località di Bovegno e Collio. Le poche presenze del 2004 (19.432) diminuiscono ancora: 15.843 nel 2005. Sono quasi tutti italiani (oltre 13mila) e sono proprio loro ad aver disertato la valle. Pesa fortemente la recessione industriale che fa diminuire fortemente i «soggiorni d’affari». VALLESABBIA. «La ricettività del lago soffre la situazione ambientale compromettente» commenta l’ufficio turistico dell’assessorato. Questa la causa principale della diminuzione di turisti italiani (-16%), mentre aumenta la presenza di stranieri, soprattutto olandesi: (143mila contro il 138mila del 2004). BRESCIA E HINTERLAND. Diminuisce il «turismo d’affari» che ha sempre constraddistinto i pernottamenti in città, dove troviamo ancora la maggioranza di italiani (70%) anche nel 2005. I visitatori delle grandi mostre «fino ad oggi non si sono trasformati in turisti – commenta l’ufficio turistico dell’assessorato – .C’è ancora bisogno di tempo perchè l’immagine e il richiamo creati dal grande evento si assestino e generino turismo». BASSA. In costante e pesante calo (-27%) le presenze legate soprattutto al turismo d’affari, anche se i posti letto delle strutture ricettive sono aumentati di 145 unità. Il turismo enogastronomico e legato a manifestazioni artistiche e culturali non sembra ancora dare i frutti sperati, in una Bassa sempre più costellata di capannoni industriali e quartieri dormitorio, il sogno di un turismo di nicchia pare sempre più utopico.
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