venerdì, Aprile 19, 2024
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Progetto avviato presso al pediatria dell'ospedale di Manerbio

Azienda Ospedaliera Desenzano.
Dolore neonato: misurarlo per ridurlo

E’ stato avviato presso l’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale di Manerbio – diretta dal Dr. Mario Colombo – un progetto innovativo di misurazione del dolore nel neonato per tentare, di conseguenza, di ridurlo.Il progetto è partito dal concetto di dolore, quale esperienza umana, sensitiva ed emotiva, spiacevole e potenzialmente dannosa che viene vissuta anche dal neonato, già nei primi momenti di vita. Il neonato avverte il primo dolore della sua vita nel momento dell’inevitabile prelievo di sangue, effettuato tramite puntura del tallone, necessario per l’esecuzione degli screening neonatali, effettuati presso il Nido.Il progetto si è sviluppato in un arco temporale piuttosto lungo. In una prima fase sono stati osservati i bambini al momento della puntura e sono state annotate, da parte di personale infermieristico appositamente addestrato, varie reazioni quali le espressioni del volto, le caratteristiche del pianto, le modalità del respiro, l’atteggiamento motorio e lo stato comportamentale globale che, nell’insieme, traducono il livello di disagio vissuto in quel momento. Tali reazioni sono state annotate in schede che hanno permesso di misurare il dolore tramite una scala di misurazione riconosciuta dalla letteratura scientifica. Tale scala denominata NIPS (Neonatal Infant Pain Scale) offre buone caratteristiche di affidabilità, validità, sensibilità e specificità con elevata fattibilità nell’applicazione clinica anche in corso di procedure mediche non correlate ad interventi chirurgici. In tre mesi sono state compilate 136 schede corrispondenti ad altrettanti neonati nati a termine e sani, che hanno permesso di definire lo standard interno.La ricezione degli stimoli dolorosi, e quindi spiacevoli nel neonato, può però essere inibita da altri impulsi evocati da percezioni piacevoli quali sollecitazioni tattili, termiche visive, uditive e gustative alle quali era abituato durante la gestazione.Con questo presupposto, nella fase successiva del progetto, la compilazione della scheda di rilevazione del dolore, è avvenuta associando, al momento della puntura, delle tecniche di “saturazione sensoriale naturale” per bambini allattati al seno della madre (quali ambiente tranquillo, luci soffuse associate all’allattamento al seno materno) o “artificiale” per bambini non allattati al seno (quali ambiente tranquillo, luci soffuse, fasciatoio riscaldato, soluzione glucosata, avvolgimento in un panno, voce calma, carillon, tocco del palmo della mano).Nella seconda fase sono stare raccolte 236 schede, delle quali 220 compilate durante una saturazione sensoriale naturale e 16 nel corso della modalità artificiale.Per apprezzare i risultati si precisa che la scala del dolore utilizzata (NIPS) permette di misurare un livello di sofferenza da 0 (nessuna percezione di dolore) a 7 (dolore molto intenso), dove un valore uguale o superiore a 4 indica la presenza di sofferenze rilevanti: nella prima fase del progetto (puntura senza nessun intervento associato) il valore medio ottenuto dalle 136 schede è risultato 4,5 (il neonato soffre in modo evidente); nella seconda fase (puntura con saturazione sensoriale) il valore medio delle 220 schede raccolte con saturazione naturale è risultato 0,5 (il neonato non percepisce alcun dolore), quello delle 16 con saturazione artificiale 3,1 (sotto la soglia di sofferenza).La conclusione di questo lungo e complesso percorso si sintetizza nella soddisfazione degli ideatori dello stesso e di tutto il personale sanitario che vi ha partecipato per i risultati raggiunti che hanno permesso di effettuare un passo in avanti nella capacità di conoscere e conseguentemente riconoscere e ridurre le reazioni che il neonato attiva in seguito ad uno stato di sofferenza.“Il coinvolgimento diretto del personale infermieristico e medico nel processo di misura di un fenomeno, in questo caso spiacevole per il neonato quale il dolore provocato nel corso della puntura al tallone, – dichiara il Dr. Mario Colombo – ha prodotto una forte convinzione e, conseguentemente, una sentita motivazione da parte di tutti nel portare avanti questa positiva esperienza su ogni nostro neonato e, per il futuro, nell’estenderla anche alle altre fasce di età pediatrica con modalità diverse ed adatte ad ogni singolo caso”.

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