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Esibizione degli Aksak Project alla rassegna Acque dotte di Salò

La rassegna “Acque dotte”, organizzata in collaborazione dal Comune di Cremona, dal Comune di Salò, dalla Pro Loco ‘Città di Salò’ e dalla Associazione Industriale Bresciana, prosegue sabato 4 luglio (ore 21.30, ingresso gratuito sul palco allestito in piazza della Vittoria) con l’esibizione di Aksak.

Questo gruppo votato ad un’atipica e coloratissima idea di world music, propone l’inedita performance intitolata Alchimie d’acqua. La strumentazione utilizzata da Aksak Project proviene dall’Oriente, dal Medio Oriente, dal centro Africa e dal Maghreb, ma anche dalla musica classica oltre che dalla tradizione jazzistica occidentale. Le ritmiche sono quelle dispari dell’area balcanica, mentre le linee melodiche spesso intercettano atmosfere medio-orientali, pur utilizzando la scala occidentale ben temperata… E poi c’è l’improvvisazione, peculiarità della musica jazz, ma tipica anche della musica di tradizione araba.

La band formata da Achille Meazzi (chitarra, oud, saz, lauto steriano, cello, kalimba, harmonium indiano, santur), Nico Catacchio (contrabbasso), Nicola Mantovani (sassofoni e harmonium indiano), Alberto Venturini (percussioni, udu drum, hang drum, clarinetto e clarinetto basso), Marco Turati (canto) e Eliana Piazzi (canto e letture) sarà affiancata, per l’occasione, dalla violinista Eloisa Manera e dal trombettista Gianni Satta.

Ad Aksak Project, nato come ‘laboratorio musicale’ nel 1996, non è mai interessato fare musica etnica in senso stretto: l’ensemble si muove nell’ambito della cosiddetta world music ma il suo è un costante percorso di ricerca. Il leader Achille Meazzi afferma infatti che sono state assecondate le varie esperienze di tutti gli elementi del gruppo (altalenanti tra la musica popolare-etnica, la classica e il jazz), per riuscire a mettere in relazione con la nostra musica la musica del grande mare intercluso ( il Mediterraneo),  la musica più occidentale d’Oriente con quella più orientale di Occidente così come la parte più a sud del “nord celtico” con quella più a nord del continente africano. In questo progetto il complesso cerca di portare a sintesi le atmosfere sonore attinte nel bacino del Mediterraneo, attraccando idealmente qua e là in vari porti, prendendo il meglio di culture e popoli diversi, fino a tracciare un quadro sonoro complessivo di tutte queste esperienze.

Questo rimando al mediterraneo non è casuale soprattutto se teniamo conto dell’idea alla base di questa rassegna “la cultura scorre dal lago al fiume” e che, proprio nell’anno di Expo, individua l’acqua come il collegamento che mette in relazione genti, saperi, culture, e tradizioni.

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