venerdì, Aprile 19, 2024
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Macché compromesso storico La tavola mette d’accordo i politici. E per cenare è d’obbligo indossare il grembiule con l’effigie del maiale

In un ristorante di Albarè ogni venerdì il rito della ganzega

Ve li vedete Aleardo Merlin e Gustavo Franchetto che si abbracciano? Eppure lunedì sera ad Albarè il presidente della Provincia, uomo di punta del centrodestra, ha scambiato sorrisi a profusione col vicepresidente del Consiglio regionale, referente del centrosinistra. E altrettanto hanno fatto sindaci forzisti e ulivisti del Baldo-Garda. Compromesso storico? Macché: quella è roba del passato. Qui c’erano di mezzo il porco e la ganzéga. Nel senso che s’è rinverdita la tradizione della festa per l’uccisione del maiale. E che si trattasse d’un incontro giocoso l’avreste capito dall’abbigliamento: tutti in grembiule con disegnato un porco sezionato. La colesterolica adunata gastronomica di politici e amministratori, all’insegna della cucina tradizionale a base di carne e frattaglie di maiale, è un’idea di Franco Ceradini, oste ad Albarè, dove gestisce il ristorante Cà del Ponte, e norcino ad Arbizzano, dove macella suini allevati in Lessinia. A Cà del Ponte ha reinventato la ganzèga, la festosa cena che chiudeva i lavori edili, agricoli o della pesca. Perché quest’iniziativa? «Perché nelle case non ci si parla più», ti risponde Ceradini. E al tuo sguardo perplesso, aggiunge: «Un tempo si faceva filò: mi sembra ieri che mia nonna mi raccontava le sue storie. E quando si uccideva il maiale, non c’era famiglia che non invitasse gli amici a mangiare gli ossi con la pearà, a far la ganzèga. Adesso siamo tutti di corsa, ma quel clima va rivalutato. E allora la festa l’ho rimessa in piedi nel ristorante». Così la ganzèga a Cà del Ponte continuerà tutti i venerdì sera fino al 14 dicembre, con abbuffate di focaccia coi ciccoli, bruschette col lardo, risotto col tastasàl, cotechino, fagioli con le còdeghe, ossi de porco con la pearà, fogàssa. Sarà una specie di sagra, a prezzo calmierato, con la fisarmonica che suona musica folk, il tutto coordinato dall’associazione I Ghiottoni di Torri e di Slow food del Garda Veronese. A dare il via alla resurrezione della ganzèga c’erano, s’è detto, i politici, che entrando nel ristorante si son visti mettere al collo un grembiulone bianco con l’effige del maiale: accadrà così anche a chi prenoterà i prossimi venerdì. «È importante che queste tradizioni vengano riscoperte» ha sottolineato Merlin, «il ritorno alla festa tradizionale ha grande valore», gli ha fatto eco Franchetto: destra e sinistra concordi almeno sulla gastronomia ruspante. «E non bisogna dimenticare la tradizione vinicola», ha aggiunto l’assessore provinciale all’agricoltura, Albino Pezzini. «Feste così avremmo l’ambizione di vederle nella nostra ristorazione tutto l’anno», ha osservato il presidente della comunità montana del Baldo, Luigi Castelletti. E consensi convinti sono piovuti dal presidente della funivia di Malcesine, Giuseppe Venturini, dai sindaci di Rivoli, Pastrengo, Ferrara di Monte Baldo, Caprino, Brenzone, dai vicesindaci di Costermano e Fumane. Per una sera impegnati con gambéti e pearà.

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