giovedì, Marzo 28, 2024
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Sabato collezionisti da tutta Italia e dall’estero all’Eurocongressi hotel. In mostra bambole bisquit, automi, marionette e trenini

Riapre la borsa dei giochi d’epoca

I vecchi balocchi dei secoli scorsi sfileranno in passerella questo sabato per la trentacinquesima edizione della «Borsa scambio giocattoli d'epoca». All'Eurocongressi Hotel arriveranno centinaia di collezionisti italiani e stranieri per partecipare ad un'interessante galleria di automodelli, automi, giocattoli d'epoca, teatrini, marionette, bambole e trenini. La mostra durerà solo la giornata di sabato. Il tuffo nell'oceano della fantasia è un appuntamento che si ripete dal 1980. Le prime edizioni della borsa scambio vennero realizzate alla Gran Guardia, in piazza Bra, poi nei padiglioni della fiera di Verona, quindi al teatro tenda Estravagario e, da quest'anno, nella raffinata cornice dell'Eurocongressi di Cavaion. All'appuntamento con la manifestazione scaligera (aperta al pubblico dalle ore 10.30) arriveranno centinaia di appassionati con le valigie e i bauli carichi di giocattoli e modellini costruiti in Europa dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta, epoca in cui le fabbriche di giocattoli iniziarono ad utilizzare materiali plastici, poco graditi ai collezionisti. Fino ad allora i giochi venivano prodotti in metallo, latta, gomma, legno, le vecchie bambole in leghe speciali chiamate “compo” o “bisquit”. Attraverso i giocattoli in mostra sarà possibile rileggere frammenti di storia, perché i balocchi riflettono le tendenze sociali delle rispettive epoche: dalle romantiche bambole di fine Ottocento ai deliziosi automi della Belle Epoque, per arrivare ai giochi bellici (plotoni di soldatini, carrarmati, autoblindo) del Ventennio, alle automobiline di ogni foggia e formato degli anni Cinquanta e Sessanta (i decenni della motorizzazione di massa), ai cosiddetti “giocattoli spaziali” (razzi, astronavi, robot) espressione di un periodo che vide le superpotenze Usa e Urss assai impegnate nella conquista dello spazio planetario. «Oggi i giochi sono decisamente diversi, soprattutto nella modalità e nella scelta dei tempi», dicono i collezionisti, «e i ragazzi scambiano per gioco quelli che un domani diventeranno strumenti di lavoro, come il telefonino, internet e molte applicazioni elettroniche che, fra l'altro, impongono tempi di reazione tutt'altro che rilassanti e giocosi rischiando così di scatenare vere e proprie patologie e dipendenze». Così, visto che indietro difficilmente si torna, tanto vale lustrarsi gli occhi con questi scampoli della memoria. Chissà che a qualche adolescente con i jeans dipinti a strisce non venga in mente di preferire l'orsacchiotto di peluche al videogame?

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