venerdì, Aprile 19, 2024
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Il settore vinicolo è stato uno dei pochi in area «luminosa». Le ultime sedute del mese della Borsa merci che precedono il ponte pasquale, hanno lasciato quadri merceologici appannati.

Un brindisi con i vini d’annata

Le ultime sedute del mese della Borsa merci che precedono il ponte pasquale, hanno lasciato quadri merceologici appannati. L’equinozio di primavera mentre ha sollecitato il risveglio dal riposo invernale, e la ripresa dell’universo vegetale ha contrassegnato un passaggio involutivo di parte del mercato all’ingrosso di prodotti agricoli primari o trasformati. Zone grigie, fasce scure hanno schermato tratti di vegetali e animali. Pochi i luminosi, rari gli splendenti tramandati da fasi precedenti. Il listino appare più appiattito della settimana scorsa. Queste le posizioni articolate che traspaiono dai settori accreditati in Borsa merci. Il settore vinicolo , uno dei pochi in area luminosa, ha riproposto le posizioni correnti di tutto il listino. I vini d’annata hanno riconfermato i 7,50 – 8,50 euro litro dell’amarone e recioto della Valpolicella produzione 1997, i 6,50 – 8,00 delle annate 1998 e 1999, e i 6,20 – 7,90 delle vendemmie 2000; di consolidata fama in tutti i punti cardinali; in questi giorni sono celebrati con il «Palio» nel capoluogo del territorio di antica origine e produzione. Riconfermati altresì, i 6,20 – 7,00 euro litro il Recioto di Soave annata 1999 e i 6,00 – 6,75 della vendemmia 2000. A quota 13,50 – 14,50 euro grado 100 litri si ritrova il Valpolicella d.o.c. classico superiore produzione 2000, il decano dell’enologia provinciale. Riaffermate anche tutte le quotazioni dei vini della vendemmia 2001 a partire dal bianco e rosso da tavola, alla dozzina di d.o.c. denominazione di origine controllata e sestina di i.g.t. indicazione geografica tipica. In listino non compare la trentina di monovitigni che arricchiscono la mappa enologica scaligera raccolti nelle d.o.c. Garda, Arcole, Terre dei Forti, Merlara e la più anziana Lugana. Sicuramente ne saranno presentati al prossimo Vinitaly in programma in Fiera dall’11 al 15 veniente. I cereali per lo più hanno segnato il passo in un contesto di mercato globalmente debole dominato dall’offerta e da abbondanti disponibilità transalpine. Queste le posizioni settoriali. I grani teneri nostrani , ancora disponibili, hanno confermato le forcelle 150,00 – 152,00 e 142,00 – 144,00 euro tonnellata delle varietà numero 2 e 3. Grani speciali e fini, gli esteri in listino hanno ceduto un euro: il Northern Spring statunitense è sceso a 195,00 – 196,00 tonnellata, l’estero p.s. 75-76 a 126,00 – 127,00. L’ orzo comunitario , tuttora solo in listino locale ha ceduto due euro sul minimo e uno sul massimo, e ha ristretto la forcella a 126,00 – 128,00 tonnellata; appare in calo dappertutto però dai livelli fini a una decina di euro più alti e qualche punto sopra del pesante nostrano attestato a 136,00 – 139,00 tonnellata. Il granoturco ibrido farinoso nostrano ha replicato la forcella 128,00 – 129,00 euro tonnellata, in piazze dell’areale maisicolo settentrionale alle volte appare 6-7 euro più alto altre 2-3 sotto: l’area occidentale sorpassa la nord-orientale. Iniziata la stagione delle semine. Buoni i “letti” di semina preparati anticipatamente favoriti dall’andamento climatico dell’inverno. Fatto negativo l’arsura dello strato superficiale del terreno. Non piove da tempo, alta l’evaporazione esaltata dall’insolazione accompagnata da ventilazione asciutta proveniente da Nord. Le seminatrici, ultima generazione, sono dotate di rulli, altrimenti rimettere in movimento gli anziani, vecchi cilindri accantonati. Il settore risicolo , figura stabilizzato nelle posizioni acquisite dopo gli scossoni delle settimane scorse. Risoni e risi appaiono in sostanziale equilibrio storico; sui gradini più alti i risoni di Carnaroli e Vialone nano fermati 345,00 – 380,00 e 340,00 – 385,00 euro tonnellata; tra i risi in testa vialone nano a 850,00 – 925,00 tonnellata, seguito distanziato da arborio segnato 624,00 – 650,00 il riso di Carnaroli non figura nei listini, troppo celebrato! Le sementi di erba medica hanno reiterato le forcelle 1,55 – 1,62 e 1,45 – 1,50 euro chilo delle fini selezionate ecotipo veneta e produzione nazionale nonché 1,05 – 1,10 e 0,95 – 1,00 pure euro chilo, delle omologhe in natura mercantile. Nessuna sollecitazione è venuta dalla stagione delle semine primaverili. I fagioli secchi hanno replicato le forcelle 2530,00 – 2580,000 e 890,00 – 910,00 euro tonnellata dei borlotti-lamon e canellini bianchi esteri. Le farine di frumento si sono divise, avviene molto di rado; il tipo doppio zero 00 ad alto tenore di glutine, ha ceduto 2,00 euro ed è sceso a 419,00 – 424,00 tonnellata, il tipo zero 0 ha confermato la forcella 413,00 – 418,00 le bianche con caratteristiche minime di legge invece hanno convalidato sulla forcella 284,00 – 286,00 del tipo doppio zero che quella di 279,00 – 282,00 dello zero. Le farine di granoturco per alimentazione umana, nel contempo hanno mantenuto la forcella 338,00 – 339,00 euro tonnellata della lusso-bramata veronese, 278,00 – 280,00 della velata-stacciata a 218,00 – 219,00 del fioretto. Sintonia con le cariossidi. I mangimi hanno registrato diffuse conferme, pochi rialzi e ribassi. Assestamento quasi inusuale del complesso aggregato. Queste caratterizzazioni segmentate. I cruscami di frumento, sulla scia delle chiusure della settimana scorsa, hanno convalidato le quotazioni in essere dalla crusca, cruschello, tritello di farinaccio e alle crusche pellettate di tenero e di duro; valori attestati attorno a 10 cent tonnellata in più delle medie 2001, sostanziale parificazione. I derivati del granoturco nel contempo, si sono divisi: gli spezzati hanno ceduto un euro e sono scesi a 166,00 – 168,00 tonnellata; farinetta altrettanto ed è arretrata a 116,00 – 119,00; glutine e panello in scaglie hanno reiterato le forcelle 528,00 – 539,00 e 217,00 – 222,00 pure euro tonnellata. I sostitutivi per uso zootecnico invece, hanno reiterato le forcelle 150,00 – 151,00 euro tonnellata delle polpe essiccate di bietole cubettate rinfusa arrivo 98,00 – 99,00 del melasso di canna da zucchero, 279,00 – 284,00 del panello di lino comune e 4,00 – 6,00 del siero di latte. I sottoprodotti del riso , rovinati la settimana scorsa, si sono consolidati sulle nuove posizioni, grano verde isolata, è indicata debole, traballante condizionata da abbondante disponibilità a fronte della domanda; quotazione corrente 150,00 – 157,00 euro tonnellata circa 100,00 euro sotto la media 2000. Le farine di estrazione si ritrovano su direzioni e posizioni diversificate a corona degli ampi movimenti delle settimane scorse: colza ravizzone e girasole 36-37% s.t.q. estere hanno reiterato le forcelle 179,00 – 181,00 e 154,00 – 156,00 euro tonnellata, ferme anche quelle del gruppo soia: le proteiche nazionale ed estera hanno confermato i 240,00 – 242,00 e 239,00 – 241,00 euro tonnellata, le normali, pure nazionale ed estera, i 218,00 – 219,00 e 214,00 – 215,00, girasole integrale nazionale ed estera 29-30% e 27-28% s.t.q, nel contempo, hanno ceduto 2,00 euro e sono scese a 132,00-134,00 e 130,00-131,00 tonnellata; in calo anche germe di granone nazionale: mollato un euro è arretrata a 157,00-164,00 tonnellata. In altre piazze tra quelle di soia appare qualche aumento. I foraggi hanno confermato i costi del maggengo e dell’erba medica imballati e franco arrivo nonchè delle farine disidratate di erba medica e di prato polifita. In altri listini appare qualche aumento. Questo mentre si avvicina l’epoca del primo «sfalcio»; lo sviluppo delle coltivazioni si presenta soddisfacente anche se frenato da abbassamenti della temperatura fino alle prime ore del mattino; minori escursioni termiche e pioggia porterebbero i prati al «top». La paglia di frumento ha replicato le forcelle 60,00-62,00 e 76,00-77,00 euro tonnellata dell’imballata e franco arrivo; pressata, in altra piazza figura quotato anche una ventina di euro in più. I grassi di origine animale per uso zootecnico sono rimasti su porzioni distinte: più 2,00 euro i tipi miù 2 e 3% saliti a 313,00 – 317,00 e 309,00 – 312,00 euro tonnellata, il suino più 1% ha confermato i 345,00 – 348,00 ancorati una sessantina di euro sotto la media 2001. Gli animali accreditati in Borsa merci presentano panorami diversificati: diffuse conferme e settoriali ribassi. Queste le posizioni articolate. I suini sono rimasti in areali differenti divisi. In suinetti da ristallo, in avvio hanno confermato le quotazioni correnti con lattonzoli di 25 di peso attestati a 3,13 euro chilo, i magroncelli di 30 a 2,85, i magroni di 40,50 e 65 a 2,39-2,04fe 1,70 sempre euro chilo; in prosieguo in altre piazze qualificate le taglie minori hanno ceduto 4 cent.; spiazzamento forse preventivato nell’ambito dell’andamento globale del comparto. Gli adulti, infatti, hanno accelerato, triplicata la misura del ribasso della settimana prima: meno 3 contro un cent; un sacrificio sopportato; i capi da 161 a 180 di peso, i meglio qualificati e pagati, ad esempio, sono scesi a 1,20 euro chilo; non è bastato; l’andamento successivo è stato sfavorevole; in altra piazza hanno ceduto più del doppio; allevatori increduli, allarmati. Non trovano giustificazioni. Allo sbando i conti degli allevamenti faticosamente raddrizzati l’anno passato. Gli avicunicoli hanno marcato l’ottava, l’ultima seduta prepasquale, con generalizzate conferme. Poca consonanza con la festività che normalmente sollecita la domanda di prodotti tipici. Per memoria, queste le più comuni quotazioni correnti. I polli pesanti a pigmentazione bruna d’allevamento intensivo a terra, hanno reiterato la forcella 0,88-0,90 euro chilo, quelli della gialla la più magra 0,80-0,82; i leggeri della gialla la più bassa 0,72-0,74 sempre euro chilogrammo. I tacchini pesanti si ritrovano nelle forcelle 0,75-0,77 euro chilo delle femmine e 0,87-0,89 dei maschi. Le galline medie e pesanti d’allevamento intensivo a terra si rivedono a 0,36-0,38 e 0,25-0,30 euro chilo eredità povera di sedute precedenti; le livornesi , leggere e medie d’allevamento intensivo in batteria si trovano confermate nella striminzita forcella 0,14-0,16, 0,21-0,23 e 0,24-0,26 sempre euro chilo. Le anitre mute , che si attendevano altri trattamenti, si devono accontentare della forcella 1,53-1,57 euro chilo unica delle femmine e dei maschi pesanti da taglio. Le faraone d’allevamento tradizionale, costrette ad interrompere la fase rivalutativa, si riguardano nella forcella 1,58-1,62 euro chilo, senza lode e senza infamia. I galletti , esaurite in poche sedute le energie accumulate per il riscatto, si ritrovano nella fotocopia della forcella 1,30 – 1,34 euro chilo dei golden comet, 1,55-1,59 del tipo livornese, 1,05-1,09 di altri. I conigli d’allevamento nazionale, che erano stati bloccati già otto giorni prima, si ritrovano con i capi fino a 2,500 chilogrammi di peso a 1,30-1,34 euro chilo, e con i maggiori a 1,31-1,37; le festività non ne hanno ravvivato gli scambi né accresciuto i consumi. Pare ristagnino anche gli agnelli non presenti in Borsa merci. Linea ferma anche per le uova fresche categoria «a» : confermati i 9,70 euro 100 pezzi delle Xl grandissime; gli 8,40 delle L grandi; i 7,85 delle M grandi e i 6,55 delle S piccole, selezionate, imballate, franco centro d’ imballaggio, Iva esclusa. I prodotti caseari hanno mantenuto le posizioni correnti in contesti piuttosto calmi e abbondanti disponibilità. Questi i termini. Il burro di pura panna di affioramento pastorizzato e l’analogo della montagna veronese, hanno replicato i 2,36 e 2,46 euro chilo; il rispondente alla classificazione CEE i 2,54, lo Zangolato di Creme fresche per burrificazione i 2,26. I formaggi hanno confermato le quotazioni delle tre stagionature di Grana padano, delle due di Provolone e dei tre tipi di Monte Veronese d.o.p. Novità sulla linea latte – Questa volta l’avvio alla Borsa merci – Quotato latte al libero mercato – Queste le prime rilevazioni di valenza nazionale, generale riportate dal listino : latte , «spot, di produzione nazionale, crudo, 315,00-320,00 euro tonnellata; provenienza Francia titolato, materia grassa 3,5%, euro 315,00 – 320,00 Germania 346,00-354,00 magro pastorizzato tipo 0,03 materia grassa 196,00-206,00; panna di centrifuga 40% materia grassa, 1394,00- 1472,00 sempre euro tonnellata – Gli oli dopo un breve passaggio in parallelo si sono divisi – I prodotti di semi sono ritornati in territorio negativo: scivoloni a tutto campo. Queste le posizioni dei grezzi: meno 5.00 euro granoturco – mais e palma scesi a 660,00-670,00 e 459,00-462,00 tonnellata; meno 20,00 girasole arretrato a 695,00-700,00 meno 7,00, Soia calato a 438,00-442,00 e queste quelle dei raffinati alimentari: meno 5.00 euro girasole e soia retrocessi a 770,00-790,00 e 510,00-518,00 pure a tonnellata; meno 10,00 semi vari diminuito a 520, 00-525,00; meno 48,00 – granoturco – mais – calato a 770,00-790,00; meno 26.00 arachide ribassato a 920,00 – 925,00 sempre tonnellata. I prodotti delle olive, invece, hanno mantenuto le quotazioni degli extravergine del Veneto, Garda d.o.p., di produzione italiana, di provenienza Spagna e Grecia nonchè dei rettificati di oliva e di sansa. I semi di Soia hanno arrestato la lunga fase discendente, confermate le forcelle 215,00-216,00 euro tonnellata dei nazionali, umidità e impurità 14 e 2%, e 238,00-239,00 degli integrali tostati base 13% di umidità, in altre piazze alle volte sono indicati in aumento da livelli già più alti fino a 10.00 euro. Il seme americano prima ha recuperato la perdita della settimana scorsa, dopo è andato oltre come appare dalle mercuriali giornaliere della Borsa di Chicago riportate da Il Sole-24 Ore; il future maggio, ad esempio, ha chiuso il 28 del mese a 476,25 cent per bushel da 60 libbre contro 464,50 di venerdi della settimana scorsa, luglio a 480,50 rispetto 467,75. Rimbalzo già raccolto dal nostro mercato.

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