La sera, quando il popolo dei bagnanti se ne è andato, le spiagge rivane sono uno spettacolo desolante: sopra un tappeto di mozziconi di sigaretta s’ammucchiano cartacce, bicchieri e sacchetti di plastica (magari pieni di altri rifiuti), bottiglie vuote e altre schifezze. Indubbiamente è l’effetto di un diffuso malcostume (o maleducazione, o inciviltà, come volete), ma anche, secondo chi in spiaggia trascorre tutta l’estate, non per sollazzarsi bensì per lavorare, della manutenzione generale assai carente.Malgrado le campagne per il rispetto dell’ambiente, la situazione negli ultimi anni anziché migliorare è sensibilmente peggiorata. Vasco Bresciani, da anni gestore del chiosco alla Sabbioni, ne è fedele testimone e grazie alla sua esperienza può anche fare distinzioni tra i frequentatori della spiaggia rivana e quella torbolana, dove dirige un analogo esercizio pubblico. A Torbole, dice, sono soprattutto turisti stranieri, che raramente abbandonano rifiuti sulla spiaggia; a Riva invece ci sono anche molti locali, e si vede. Ovvero: se per il senso civico esistessero gradi d’istruzione, gli stranieri meriterebbero la laurea, gli «indigeni» l’attestato di frequenza della scuola materna.Però Bresciani non ce l’ha in modo particolare con i bagnanti, anzi li giustifica. «Se entrate in un casa in cui regnano sporcizia e caos – spiega – non vi preoccupate di togliervi le scarpe infangate. Al contrario, se la casa è linda e ordinata, vi viene spontaneo lasciarle fuori. In spiaggia è la stessa cosa: se la gente quando arriva al mattino vede attorno a sè centinaia di mozziconi di sigaretta e uno stato d’incuria generale, non si preoccuperà di raccogliere i propri mozziconi o altri rifiuti per gettarli nei bidoni dell’immondizia».Enrico Graziola, responsabile della Alto Servizi Ambientali che ha in appalto la pulizia delle spiagge, non è della stessa opinione. E’ stato il primo a parlarci della discarica che i suoi operai ogni mattina devono bonificare tra porto S.Nicolò e Punta Lido. Come altri ritiene si tratti di una forma di maleducazione che bisognerebbe prevenire e, perché no, anche reprimere istituendo una guardia ecologica che appioppi multe salate agli sporcaccioni. Tra l’altro anche lui osserva che a Riva la situazione è decisamente più grave che altrove: la Alto si occupa anche della pulizia delle spiagge del lago di Ledro, che rispetto alle «stalle» Purfina e Sabbioni sono dei salotti.Il paragone però non regge, secondo Bresciani. «Quanti bagnanti ci sono in Val di Ledro? Cinquecento al giorno? Bè, a Riva sono cinquemila. No, il guaio è che nella manutezione delle spiagge, che sono la principale attrazione turistica, e delle strutture di servizio, come appunto i cosiddetti «poli», non s’investono sufficienti risorse. I bagni, ad esempio, sono in uno stato pietoso, ci sono scritte ovunque e ormai non c’è più nulla che funziona. Guasto è anche l’impianto di irrigazione del prato: a metterlo fuori uso per evitare docce alle 5 del mattino sono le persone che nel prato dormono e che nessuno fa sloggiare. Per tornare alla pulizia, è ovvio che diventa un’impresa titanica se ad occuparsene è un solo operaio. Qualche anno fa invece era quattro ed i risultati vi assicuro che si apprezzavano».Come non bastasse tutto ciò, quest’anno ci sono pure i lavori per il vertice di settemBre. «Sinceramente – conclude caustico Bresciani – non m’interessa che per i ministri spendano milioni e tirino a lucido le spiagge. La qualità va garantita tutti i giorni, se vogliamo continuare a essere un centro turistico. Basterebbe che il Comune reinvestisse nel lungolago il denaro che incassa per l’affitto dei poli per ottenere buoni risultati. Ma non lo fa, e tutti se ne sono accorti».
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GIOIELLI TRASCURATI. Spiagge ridotte a discariche: bagnanti maleducati e manutenzione carente
Tra sassi e ciuffi d’erba, mozziconi e rifiuti
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