I positivi risultati dell’ultima stagione turistica e il commento espresso dal presidente di Assogardacamping, Giovanni Bernini, riaccendono le critiche del circolo di Legambiente «Terre del Garda» e del gruppo di opposizione La Piazza sulla gestione del territorio di Lazise.«La nostra associazione ha svolto una ricerca sulla situazione del territorio che per Lazise», scrive in un documento il vice presidente di Terre del Garda, Giovanni Montresor, «ha confermato una particolare preoccupazione dovuta alla massiccia presenza di strutture ricettive all’aperto e di parchi divertimenti. Il turismo di massa che si è sviluppato e consolidato negli ultimi quarant’anni è oggi motivo di rilevanti pressioni e inquinamenti, e porta con sè un modello socio-economico che ha raggiunto livelli di allarme».A conferma di questa tesi Terre del Garda cita le affermazioni dello stesso presidente di Assogardacamping, che parla di «concentrazione delle presenze in brevissimi periodi dell’anno». «Non è quindi scontata l’equazione “se va bene a me va bene a tutti” o meglio “economia per tutti”, perchè in realtà questa economia si fonda sull’uso e consumo di risorse territoriali e ambientali a beneficio di pochi e a danno di un paesaggio culturale che è patrimonio di tutti e delle generazioni future». «A nostro parere», continua Montresor, «la semplice assenza di cemento non equivale a rispetto dell’ambiente perchè proprio guardando dall’acqua la riva del lago di Lazise si vede un agglomerato di “baracche” (strutture mobili) senza soluzione di continuità».Terre del Garda ribadisce il non interesse ad «azioni legali che competono agli enti opportuni e alla pubblica amministrazione», ma l’obiettivo di «comunicare alla Gente la necessità di individuare con estrema urgenza “nuovi modelli di sviluppo socioeconomico” per garantire alle future generazioni una sostenibilità veramente durevole».Stessa preoccupazione esprime «La Piazza» nel documento firmato dai consiglieri Andrea Manzati e Edoardo Nolo. Ma da parte loro anche la puntualizzazione sulla necessità di «adempiere al ruolo che ci è delegato dalla legge e dal mandato elettorale e quindi svolgere una azione di controllo sull’operato della pubblica amministrazione. Nel Comune, per alcune categorie economiche, si riscontra il mancato adeguamento alle norme di legge e di piano regolatore e, per conseguenza, uno sviluppo che causa gravi disagi ed inquinamenti i cui costi sono pagati dall’intera comunità».«Secondo quanto sostenuto anche da uffici competenti, negli anni alcune strutture ricettive si sono sviluppate in modo scorretto, tra l’altro occupando la fascia di rispetto lacuale. In tal modo sono venuti a mancare a tutta la cittadinanza oltre un milione di metri quadrati di aree destinate a parco pubblico». «Riteniamo», scrivono i due consiglieri, «che la soluzione di problemi di questa portata non possa passare attraverso il silenzio o la polemica ma attraverso un confronto chiaro e sereno in cui possano essere contemperati gli interessi di tutti, siano essi operatori economici o semplici cittadini».
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