È Polpenazze del Garda a guidare la poco invidiabile classifica dei danni causati all’agricoltura e al settore florovivaistico dalla terrificante grandinata dell’altra notte: 1 milione e 800 mila euro per quanto riguarda i vigneti, altri 300 mila euro sul versante olivicolo, per un totale di 2 milioni e 100 mila euro, circa 4 miliardi di vecchie lire. Segue Puegnago con 1 milione e 900 mila euro, mentre in Franciacorta – che ospita anche estese coltivazioni di mais e piantagioni di alberi da frutto – il maltempo ha preso di mira soprattutto Gussago (1 milione 350 mila) e Rodengo Saiano, con 1 milione e 300 mila euro. La prima stima ufficiale è del settore Agricoltura della Provincia: sommando ai danni riguardanti il settore agricolo (in totale 11 milioni e 555 mila euro) quelli subiti dalle serre riscaldate e dai vivai a pieno campo, si arriva alla cifra di 15 milioni e 55 mila euro, suppergiù 29 miliardi e 150 milioni delle vecchie lire. Ma il problema non è solo economico, o meglio, le conseguenze economiche dei danni subiti – spiegano in Broletto – si ripercuoteranno sulla prossima annata, in quanto la grandinata ha danneggiato l’apparato riproduttivo delle piante, sia le viti, sia gli ulivi. Un danno eccezionale anche perché verificatosi quasi in prossimità della vendemmia e due-tre mesi prima della raccolta delle olive. Non solo: oltre alle coltivazioni, lamentano danni sia le strutture produttive, sia gli impianti di sostegno dei vigneti, mentre in diverse zone gli ulivi sono stati sradicati. Fenomeni meteorologici come quello degli ultimi giorni, che rappresentano vere e proprie tempeste tropicali, conferma Daniele Cernilli (condirettore del «Gambero rosso», la rivista dedicata al buon cibo e al bere bene), «distruggono non solo i grappoli, ma mettono a dura prova anche le viti, com’è successo nella zona del Garda e del Bresciano, dove risultano compromessi interi vigneti e intere aree di produzione del Bardolino sono state rase al suolo». Continua Cernilli: «Non siamo abituati a chicchi di grandine grandi come pesche, da 300 grammi ciascuno. E poi le precipitazioni improvvise e così violente, non penetrando nel terreno, creano paradossalmente una situazione di carenza idrica». In questo quadro, «il problema della produzione di quest’anno e della sua qualità appare relativo, rispetto ai rischi derivanti da una situazione destinata a essere caratterizzata sempre più frequentemente da fenomeni quali quello registrato nel Bresciano». Secondo Coldiretti, i grandi vini sono comunque salvi, perchè le zone colpite dal maltempo sono generalmente solo parte del territorio interessato da una Denominazione di origine (Doc/Docg). Nel Bresciano, in particolare – ricorda Coldiretti – i danni riguardano parte della Franciacorta, dove si producono vini Doc e una delle 24 Docg italiane, e le zone Doc del Botticino e del Garda. Ma se le bottiglie della vendemmia 2002 non saranno numerose, «ci si potrà rivolgere a quelle, ottime, delle ultime due annate». Intanto, per definire una strategia comune d’intervento, l’assessore provinciale all’Agricoltura Giampaolo Mantelli ha incontrato il collega veronese Alberto Martelletto: «Ho voluto questo incontro anche alla luce dell’analogia dei nostri territori, vocati per quanto riguarda soprattutto il lago di Garda alla viticoltura e all’olivicoltura, che il maltempo ha messo in ginocchio con gravi danne alle colture e alle strutture», ha spiegato. Nel corso del colloquio, Mantelli e Martelletto hanno deciso di avviare un’azione congiunta – in collaborazione con le Regioni Lombardia e Veneto – presso i ministeri di Interno e Agricoltura «affinché in tempo reale siano portati agli agricoltori gli aiuti necessari».