domenica, Aprile 28, 2024
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Il comparto più colpito è quello del tabacco, dove le prime stime parlano di 5 mila quintali di prodotto secco perso: come dire oltre 3,5 milioni di euro andati in fumo. Intanto la Coldiretti ha messo a punto la procedura per richiedere gli indennizzi. T

Adesso si contano i danni

Il giorno dopo il nubifragio gli uffici delle associazioni di categoria del mondo agricolo erano pressoché vuoti. Tecnici, ispettori, direttori, presidenti: tutti «in gita» sui campi della Bassa martoriati dalla grandine. Quelli presenti hanno raccolto le decine e decine di telefonate dei propri assistiti. Obiettivo imminente: stimare il danno, valutare le perdite. E mettere in atto le prime azioni per salvare un’economia che è forte, nel nostro territorio. Anzi. Parlando di tabacco, la coltura probabilmente più colpita nella Bassa e che da sola fornisce la metà di tutto il tabacco del Veneto- 20mila tonnellate l’anno in circa 400 aziende- qui esiste «il prodotto migliore d’Europa», esportato in tutto il mondo. Parola di associazioni. Associazioni che provano a tirare le somme. Anzi, sarebbe più corretto dire che provano a sottrarre. Le prime stime parlano di 5.000 quintali di prodotto secco perso a causa della grandinata di lunedì notte. Con la precedente però siamo ormai a 10mila quintali di tabacco «andato in fumo» nella nostra provincia. In termini economici si superano i tre milioni e mezzo di euro che non arriveranno dalla vendita. Parte di questi soldi rientreranno grazie agli interventi delle assicurazioni. Ma sempre che le compagnie riconoscano i danni per intero. «L’unica fortuna, se così si può chiamare», riferisce Eugenio Forcato, direttore veronese dell’associazione produttori di tabacco del Veneto, «è che la grandine ha colpito zone circoscritte: Cerea, Sanguinetto, Casaleone, i Comuni dove si è abbattuta. Ma dove è caduta ha danneggiato al 100 per cento il prodotto». Nella sede Tav, tabacchicoltori associati veneti, di Oppeano, stesso ritornello: ieri si è messa in moto l’assistenza ai coltivatori per aiutarli nelle richieste di risarcimenti del danno alle compagnie di assicurazione. Diversa la procedura d’intervento alla Coldiretti. L’associazione ieri mattina ha fatto partire note informative nei Comuni della Bassa colpiti dal maltempo perché inoltrino subito la richiesta di avere sostegno dal fondo nazionale di solidarietà per danni ai seminativi, mais, soja, e agli orticoli. «La richiesta del fondo», spiega Cesare Magalini, capo area Ambiente e territorio della Coldiretti di Verona, «passa all’Ispettorato agrario della Regione. Abbiamo avuto rassicurazioni che, terminati i sopralluoghi sul Garda, gli ispettori regionali saranno nelle aziende del Basso veronese per stimare il danno. Si avrà diritto al fondo se si supera il 35 per cento del prodotto perduto. Ritengo che le istanze per il fondo, che saranno individuali, si possano presentare già questo autunno». Per l’elargizione di fondi- «ma si tratterà di poca cosa», mette le mani avanti Magalini- occorrerà aspettare l’inizio del 2004. Questi i tempi e le misure. Come si vede riparare ai danni del clima sta diventando uno dei nuovi impegni economici che, ad ogni livello, fanno riflettere: si conta che ogni anno grandinate, siccità, gelo, alluvioni, costino al mondo agricolo 1.500 milioni di euro in Italia. Proprio a Verona, a febbraio di quest’anno, si è parlato, in un convegno nazionale organizzato dalla Coldiretti, di «Variazioni climatiche e impatto sull’agricoltura».

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