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Antiche famiglie di Desenzano: I Piatti

Dei Piatti è stata la casa d’angolo tra via Gherla e via Larga (via Garibaldi), la casa sul rossiccio lasciata decadere. La si riconosce per il suo aspetto abbandonato e per la presenza della torricella dell’uccelliera. Il portone principale è di faccia a casa Bagatta. Tra le due guerre viveva qui l’ultimo erede della famiglia Piatti: l’avv. Andrea, figlio di Paolo, scomparso il 22 agosto del 1945.

Paolo Piatti (1834-1914) iniziò a insegnare alle classi elementari nel 1851, quindi a 17 anni, poi con impegno tornò a studiare per conseguire l’abilitazione e poter entrare nel Ginnasio. Istituita la Scuola Tecnica nel 1862, oltre ad esserne un docente, ne divenne Direttore una volta che Giovanni Rambotti fu nominato Preside del Ginnasio-Liceo di Desenzano. Visse nella scuola e per la scuola 60 anni. Spesso ricordava di aver sentito Gioberti parlare all’albergòVittorià di Desenzano nel maggio 1848, mentre Carlo Alberto con le truppe piemontesi era impegnato a Peschiera. La famiglia benestante Piatti rimase fortemente legata al pensiero di Gioberti e al movimento politico dei cattolici. Paolo, sposatosi con Teresa Papa (1845-1926) nel 1873, ebbe due figli, uno morto in giovane età, l’altro, Andrea, divenne avvocato.

Diversa era stata la sorte di Angelo Piatti (1837-1901), fratello di Paolo. Pure lui aveva iniziato la carriera professionale come maestro, ma poi era diventato sacerdote e aveva dato tutti gli esami per insegnare alle scuole superiori. All’inizio il Municipio, come forma di sostegno, gli affidò alcune Cappellanie, così che potesse ricavare qualcosa dalle liturgie officiate. Verso i trent’anni però don Angelo Piatti trovò la via più consona al suo ingegno: sostituì don Domenico Lizzeri nell’insegnamento delle materie scientifiche al Ginnasio-LiceòBagattà. Appassionato di Geologia e Geografia, seguì lo studio e le ricerche di don Antonio Spazzani (1824-1891) di Lecco, studioso dinamico e dalle molte curiosità culturali. Non si limitò a leggere le sue opere, ma lo imitò cercando di constatare sul territorio quanto asserito nei libri. Don Angelo Piatti fu tra i primi soci del C. A. I., fondato da Quintino Sella nel 1863 e con alpinisti dell’ambiente bresciano fece più di un’arrampicata all’Adamello arrivando alla vetta più alta. Per le sue arrampicate sceglieva il periodo di settembre-ottobre, quando nell’800 erano previste le vacanze scolastiche più lunghe. Fece l’arrampicata più impegnativa in cordata, riuscendo a superare i crepacci del ghiacciaio dell’Adamello con una certa sicurezza. Ma non si limitò allo studio della Geologia delle Alpi Italo-Svizzere, si prefissò lo studio geologico dell’area del Lago di Garda. È nell’ambito di questa ricerca che promosse presso il Municipio la costituzione di una stazione meteorologica sul bastione di nord-est del castello di Desenzano. E il Municipio, che stava costruendo la CasermàBerettà nell’interno delle mura del Castello, soddisfece la proposta. Così nel 1883, anno dell’inaugurazione della Caserma, don Angelo Piatti poté invitare a Desenzano Quintino Sella e i delegati del C. A. I. per una breve cerimonia alla stazione meteorologica e a un viaggio col battello sul lago per constatare le caratteristiche geomorfologiche del Benaco. A detta di Ulisse Papa, e c’è da credergli, don Angelo Piatti fu un insegnante versatile e coinvolgente, che sapeva interessare gli studenti. Proprio perché spinto dall’interesse di studiare la fonte Boiola al largo del Lido delle Bionde di Sirmione, concepì l’impresa di assoldare un palombaro perché captasse, con una particolare tubatura da lui (A. Piatti) costruita, l’acqua calda sorgente a pochi metri dalla costa occidentale della penisola di Sirmione. Il tentativo ebbe esito positivo e il Piatti poté stabilire le caratteristiche organolettiche della fonte. L’avventura non mancò di risvolti spiacevoli, perché don Piatti venne estromesso da ogni progetto a scopo commerciale nello sfruttamento dell’acqua termale. Comunque continuò a insegnare e il Municipio lo avrebbe voluto Preside del Ginnasio-Liceo, dopo il ritiro di Giovanni Rambotti, ma una malattia nel 1896 gli impedì ogni attività. Morì nel marzo del 1901. Desenzano gli dedicò una via in Capolaterra, quella che prima era il Carrobbio, le Terme di Sirmione una targa.

Andrea Piatti, figlio di Paolo, divenuto avvocato, insieme a Erculiano Papa, nel 1919 promosse a Desenzano il Partito Popolare di don Sturzo. Una sera del novembre del 1919 aveva presentato l’avv. Luigi Bazoli, originario di Desenzano, ma ormai bresciano per professione e scelte familiari, candidato alla Camera dei Deputati, dal palcoscenico del Teatro Alberti a una platea affollata. C’era gente di diverse tendenze politiche ad ascoltare e le tesi del cattolico Bazoli trovarono contraddittorio in Giuseppe Bianchi del Partito Socialista. Malgrado la vittoria del Partito Popolare, insieme ai Socialisti, a quelle elezioni del Parlamento, gli accadimenti politici a livello locale e nazionale presero negli anni 20 un altro indirizzo e iniziò un’epoca che fece tabula rasa dei valori ottocenteschi a favore di una modernità con molti problemi. L’avv. Andrea Piatti, tagliato fuori da ogni interesse culturale e politico, certamente assecondando il proprio temperamento, visse sempre più isolato senza sposarsi. Accudivano la casa alcune donne a servizio della contrada. Più trascorrevano gli anni più diventava oggetto di scherno per i bambini di via Garibaldi, che spiavano dentro dagli infissi fatiscenti alla ricerca del mistero della casa. A Rosy e ai ragazzi interessava soprattutto la torre con i buchi caratteristici per i piccioni, che ospitava uccelli stanziali e di passo di ogni genere. Dalla primavera fino all’autunno inoltrato era un frullare continuo di ali, un alterno tubare, zirlare, fischiare, gorgheggiare, stridere. I ragazzi cercavano sempre di sbirciare dal portone del severo palazzo, anche perché a pian terreno c’era uno spazio, forse l’andito, con molti uccelli impagliati. Si sentiva talvolta gridare l’avvocato già anziano e un pò misantropo, l’ultimo della casata, dalle finestre sulla contrada. Per un certo periodo si udì ripetere con alto tono imperioso: – Ritira la parola! Ritira la parola! – Erano comandi rivolte alla più giovane delle due domestiche, che si era fidanzata. La signorina si sposerà, ma poi durante la guerra ritornerà ad accudire l’infermo avvocato fino alla sua morte avvenuta nell’agosto del 1945 poco dopo la fine del conflitto mondiale. Eredi saranno il Beneficio Parrocchiale e la pazientèbadantè. Erede dei libri, dei documenti, dei ricordi è la fam. di Andrea Manerba di via S. Maria, nipote di un cugino di Andrea Piatti.

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