La caserma d’artiglieria di Radetzky è tornata com’era quasi 150 anni fa, con i suoi spazi ben curati e con le stesse tinte esterne, giallo e rosso, usate dai progettisti incaricati dal generale austriaco di realizzare l’arsenale. Un capolavoro dell’architettura militare dell’800 che fa parte di un complesso monumentale unico con i bastioni cinquecenteschi eretti dalla Serenissima a difesa della cittadina, che comprendono anche una parte di Porta Verona, la palleria e il bastione di San Marco. Stamattina, con l’inaugurazione ufficiale, verrà consegnata all’uso pubblico e sarà sede della biblioteca civica, sala di rappresentanza, di esposizione di mostre e in futuro anche del museo ancheologico nazionale delle palafitte del Garda. La caserma ospiterà anche l’enoteca dei vini a denominazione di origine controllata che si affacciano sul lago (Bardolino Custosa, Lugana, Valtenesi) e della Valdadige oltre all’olio extravergine d’oliva del Garda. Un punto di riferimento che conterrà «sei sette vini di circa 200 produttori delle varie doc, quindi un totale di circa 1.200 etichette» spiega Claudio Zanoni, presidente della Società Beta che gestirà con una trentina di dipendenti, e in convenzione con il Comune, l’enoteca, un punto vendita e di ristoro e una bottega di prodotti biologici. Un’attività con uno sguardo mirato sui tanti turisti che popolano le sponde del lago durante l’estate ma «che sarà attiva durante tutto l’anno», assicura Zanoni. Enoteca, ristorazione e bottega occuperanno solo una piccola parte degli oltre 5.600 metriquadrati di spazi su tre piani della caserma e dell’annesso laboratorio pirotecnico dove gli austrici preparavano con zolfo, carbone e salnitro gli esplosivi per le loro armi. Il restauro, durato sette anni, è stato curato da dagli architetti Lino Vittorio Bozzetto e Oscar Cofani che hanno usato disegni originali austriaci. Sono stati recuperati il più possibile i materiali di costruzione originali che hanno resistito al tempo e alle trasformazioni fatte dai militari italiani fino a una trentina di anni fa. Poi l’abbandono per 20 anni con i crolli parziali del tetto, caduta di intonaci e distruzioni vandaliche. Nel 1993 la caserma è entrata nel patrimonio del Comune che, come spiega il sindaco Bruno Dalla Pellegrina, con un contributo di 3,7 miliardi di lire dell’Unione Europea e altrettanti stanziati dell’amministrazione, ha recuperato un patrimonio dell’intero lago di Garda. «Gli architetti militari asburgici erano gli ultimi eredi della tradizione architettonica rinascimentale», spiega Bozzetto, «e oltre che progettisti erano anche degli artisti. E questa caserma ne è la prova».
Completato il restauro
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