Paolo Matteotti, il consigliere ecologista della Margherita che guida la task-force comunale impegnata a combattere le schiume periodiche prodotte dalla centrale del Ponale (anche questo è un grosso problema estetico per il lungolago rivano), non ha potuto fare a meno, in questi ultimi giorni, di «monitorare» anche il fenomeno dell’anabaena, la micidiale alga verdognola che durante il giorno vaga in lunghi ammassi nel golf di Riva e che verso sera si rintana nei porticcioli, dando un pessimo spettacolo.«Non c’è dubbio che siamo in presenza di un peggioramento costante ed accelerato della colorazione del lago – spiega Matteotti – Già lo scorso anno avevo lanciato l’allarme perchè il notissimo «blu Garda» stava diventando un ricordo. Ma non pensavo che la situazione potesse precipitare a tal punto. Una torbidità dell’acqua come quella di questi giorni non s’era mai vista. L’acqua sembra più verde che azzurra. I banchi di alga anabaena ne sono sicuramente la causa ed è altrettanto certo che non si tratta di inquinamento nocivo. Ma sapere che l’acqua è balneabile non ci può più accontentare; la componente estetica, che comprende anche l’assenza di odori (e queste alghe invece diffondono in giro un disgustoso sapore di marcio) è troppo importante per il turismo e per le tradizioni culturali del lago. Se le alghe proliferano vuol dire che stanno aumentando i nutrienti, che sono l’azoto, il fosforo e il potassio. Perchè stanno aumentando questi ultimi? Dobbiamo scoprirlo: credo che contino di sicuro i fattori climatici, ma ritengo che anche le attività umane abbiano le loro responsabilità. Non è facile, ma a mio giudizio occorre ripensare a grandi progetti di depurazione delle acque; probabilmente quelli fatti negli anni Settanta, quando il Garda era all’avanguardia, non sono più sufficienti».
Il «blu Garda»? Una nostalgia
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