lunedì, Aprile 29, 2024
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Il capogruppo della minoranza di centrosinistra Cinzia Goffi ha risollevato l’annosa questione. Il sindaco ha affermato che la ristrutturazione «non rientra tra le priorità»

Il vecchio teatro resterà in coda

La ristrutturazione del vecchio teatro di Salò? Rimandata. Cinzia Goffi, capogruppo della minoranza che si riconosce nelle posizioni del centro-sinistra, ha sollevato l’argomento nell’ultima riunione del consiglio comunale. «L’anno scorso – ha detto l’esponente dei Ds – sembrava ci fosse l’interessamento di un gruppo tedesco e l’operazione ormai in dirittura d’arrivo. Non ne abbiamo più saputo niente. Adesso, scorrendo il bilancio, ci accorgiamo che non è stato stanziato un quattrino, nè per il 2006 nè per il 2007. Forse si farà qualcosa nel 2008». Il sindaco Giampiero Cipani ha risposto che la sistemazione dell’edificio, di fronte alla chiesa di San Bernardino e all’inizio della «tresanda storta», «è una delle opere che riteniamo non prioritarie, anche se importante, nel senso che potrebbe dare un rilancio culturale. Così abbiamo deciso di spostare l’intervento nel tempo. A meno di trovare l’opportunità di un piano integrato di recupero con i privati, senza che il Municipio debba tirar fuori un euro». Soluzione rinviata, quindi. Furono alcuni cittadini salodiani, guidati dall’avvocato Luigi Pirlo, a far costruire il teatro. Affidarono l’incarico della progettazione all’architetto Achille Sfondrini, lo stesso del «Carcano» di Milano, del «Politeama» di Cremona e del «Costanzi» di Roma. Deputato e amico di Giuseppe Zanardelli, l’avvocato trovò i finanziamenti, utilizzando pure i soldi di famiglia. La struttura interna (platea circolare, due ordini di palchi, loggia, loggione e camerini, per una superficie di mille metri quadri e una volumetria di 11mila mc.) era tutta in legno, con 500 posti a sedere. Le decorazioni di tre valenti artigiani: Franchini di Venezia, Zambini e Galeazzi di Milano. L’inaugurazione, nella serata del 1 novembre 1873, con l’opera di Verdi «Il Rigoletto». Nel 1905 Pirlo lo cedette per poche migliaia di lire alla Sbe (Società elettrica benacense) che, a sua volta, ne fece dono al Comune. Notevole il ruolo dei palchettisti, formati dalla borghesia locale: a loro venne affidata la gestione. Ebbero spazio anche i veglioni e le proiezioni cinematografiche. Gruppi politici, associazioni sindacali e istituzioni scolastiche vi organizzarono convegni. Numerosi i rifacimenti, l’ultimo nel 1952. Una stagione, quella, che portò sul lago Cesco Baseggio, Memo Benassi, Ruggero Ruggeri, Fausto Tomei, Emma Gramatica. Nel ’65 fu respinta la domanda di adibire il «Comunale» a sala da ballo e american bar. Chiuso da circa quarant’anni, il teatro è diventato un magazzino. Alcuni lavori recenti (gli ultimi, nel 2000-01) hanno cercato di consolidare la struttura e limitare i danni del grave degrado.

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